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"E' stato un profeta mandato dal Signore

per tenere viva la Sua conoscenza"

Omelia di S.E.R. mons. Giulio Sanguinetti, Vescovo di Brescia ai funerali di Don Dino

 

Clicca per ingrandire...Viene meno, con la morte di Mons. Dino Foglio, una delle figure tipiche del nostro clero, una delle figure rappresentative della nostra chiesa bresciana, un prete vecchio stampo, aperto a tutte le novità dello Spirito, uomo di Chiesa aperto ai movimenti come realtà ecclesiali.

 

Voi tutti conoscete meglio di me vita ed opere di questo venerato confratello il cui sacerdozio si svolse prevalentemente nell’attività pastorale orientata all’essenziale: conservare e potenziare la nostra identità nell’umile ricerca della volontà di Dio, nella capacità di ascolto, nella valorizzazione dei carismi sempre più animati da una forte creatività spirituale.

 

Nato a Bagolino il 27 agosto 1922 e ordinato presbitero il 15 giugno 1946 unitamente ad altri 30 giovani diaconi, viene mandato come vice parroco a Rovato e successivamente “incaricato diocesano per gli esercizi spirituali dei giovani”: più di 5000 giovani frequentavano ogni anno gli esercizi spirituali. Con mons. Almici fonda ad Assisi nel 1964 la FIES (Federazione italiana esercizi spirituali) come conclusione di una serie di incontri a carattere nazionale: ne è il primo segretario fino al 1968.

Contemporaneamente nasce il notiziario “tempi dello Spirito”.

In diocesi gli viene assegnato l’impegno di seguire le vocazioni al seminario.

Segretario del ‘comitato Seminario Nuovo’ e dell’’opera vocazioni ecclesiastiche’ dal 1958 al 1975 è lui ad organizzare la campagna della raccolta dei fondi necessari per la costruzione del nuovo seminario, anche attraverso le ‘zelatrici del Seminario’.

Durante il suo servizio pastorale nella parrocchia di S.Agata (1958-1975), dal suo confessionale e da incontri con monasteri e conventi, don Dino accompagna centinaia di giovani alla vita consacrata a Dio.

In questo tempo, dal 1971 al 1976, è anche cosegretario nazionale del Centro Vocazioni.

Gli impegni a carattere nazionale non gli impediscono di servire la diocesi bresciana come segretario della ‘Bresciana Pellegrinaggi’, direttore dell’ufficio Laici’, delegato vescovile “Associazioni e Movimenti”, direttore della Domus Caritatis Paolo VI. La Domus Caritatis era il riferimento del volontariato e delle iniziative socio-caritative della diocesi e occasione per don Dino di dare al RnS una prospettiva verso il sociale, verso l’impegno concreto per gli altri: in quel periodo toccò con mano l’impegno socio-politico di persone non credenti, provocazione a rendersi conto della necessità che i cattolici accogliessero la chiamata al servizio sociale di condivisione e di solidarietà.

 

Esprime infine la sua ultima vocazione: il Rinnovamento nello Spirito.

Siamo alla metà degli anni ’70. Come è stato deciso il suo carattere è stato forte e duraturo l’impegno. Paolo VI nell’udienza concessa al convegno mondiale del Rinnovamento carismatico nel 1975 gli ha dato grande incoraggiamento. Lui stesso, don Dino, ebbe a scrivere i motivi che lo convincevano ad animare quel carisma nella Chiesa: “l’aspetto macroscopico della preghiera, il ruolo dei laici attraverso la riscoperta del Battesimo, la fraternità gioiosa attraverso la riscoperta della Chiesa ‘mistero di comunione’, la Bibbia tra le mani dei laici, il dono dei carismi”.

Fu per vent’anni coordinatore nazionale.

Anche nel ‘Rinnovamento’ dedicò molte energie ai giovani, fra i quali la fraternità di laiche consacrate “La tenda di Dio”.

Ha offerto al Movimento ed ha sostenuto paternamente la Scuola Nazionale del Rinnovamento per le metodologie dell’evangelizzazione a Gaver.

Uno degli ultimi suoi atti è l’aver partecipato all’iter, affatto facile, dell’approvazione da parte della CEI dello Statuto del ‘Rinnovamento’(io stesso ne sono testimone in quanto allora membro della Commissione Episcopale per i problemi giuridici della CEI).

Dal 1997 fino alla morte ha ricoperto il ruolo di consigliere spirituale del movimento.

La sua attenzione era non solo di fare scoprire le fonti del rinnovamento ma anche lo sbocco, la Chiesa: un vero servizio alla maturità ecclesiale.

 

Non posso tacere le mie impressioni nei non pochi incontri con lui in questi sette anni: l’integrità della condotta, la rettitudine dell’animo, la sua gravità nel dire e nel gestire, il senso del servizio, ma insieme chiarezza di vedute, decisione e coraggio.

Da sottolineare in lui l’amore per le cose nostre, per la nostra Città, i nostri santi, l’amore per la tradizione della nostra Chiesa bresciana, ma insieme l’apertura mentale e fattiva per le altre Chiese, quindi la libertà dello spirito congiunta al senso della disciplina

 

In questo momento il Signore dice a Mons. Dino, come leggiamo nel profeta Ezechiele, “tu sei condotto qui perché mostri quello che avrai visto”. (Ez 40,4). E’ quanto gli resta ancora da dire a tutti noi: dirci quanto sta sperimentando nella Gerusalemme celeste.

 

Le letture ci aiutano a ripensare la figura del nostro confratello.

 

Nella prima lettura, dal libro del Deuteronomio, la prima lettura di ieri domenica, che ha accompagnato la veglia intorno alla sua salma, abbiamo ascoltato: “io susciterò un profeta in mezzo ai fratelli”.

Il profeta è Mosè, colui che parla in nome Yhwh.

Gesù è il profeta: Cristo risorto è il definitivo portavoce di Dio.

Lo Spirito Santo si impegna in ogni tempo a suscitare qualcuno che tenga viva la conoscenza del Signore, la rinnovi, e continui a parlare nel suo nome educando e formando il popolo.

Anche Mons. Dino è stato un profeta mandato dal Signore per tenere viva la Sua conoscenza, per rinnovare educando e formando.

 

Il salmo 94 è il canto del popolo che “applaude al Signore”, “acclama alla Roccia”, “si accosta a lui con canti di gioia”: è un salmo che esprime lo stile gioioso della preghiera che il RnS fa proprio: il popolo scoppia nell’applauso, lancia il grido rituale simile al nostro ‘evviva’ e dà inizio a qualche canto che esprima gioia ed esultanza.

 

Nel vangelo il Signore ci dice che “chi cerca la sua vita, la perderà e chi perde la propria vita la troverà”.

Don Dino non ha voluto per sé la sua vita: l’ha donata, e così ha trovato la vita non solo per sé, per tanti altri, nei vari ruoli di servizio pastorale che ha ricoperto nella Chiesa. Ora il chicco di grano cade nel terreno. Don Dino è morto, ma non rimane solo: intorno ha i frutti del suo lavoro. Lui che ha servito il Signore e lo ha seguito, è con il Signore “là dove è il Signore”…”onorato dal Padre perché ha servito il Figlio”.

 

Ora, don Dino, è arrivato nell’altro mondo, quel mondo che lui ha annunciato ed ha preparato; gli si è aperta la porta della casa del Padre, e pienamente realizza quella gioia “che nessuno gli toglie”, quella gioia che ha educato in voi , carissimi aderenti al movimento RnS: la sua gioia ora è piena perché vede Gesù.

 

Vogliamo ringraziare il Signore per il dono di questo sacerdote, fedele servitore del Vangelo che ha vissuto e annunciato con uno slancio che è proprio della nuova evangelizzazione; vogliamo ringraziare per questo padre.

Affidiamo la sua anima alla bontà del suo e nostro Signore.

 


Clicca qui per visualizzare la galleria fotografica
della veglia di preghiera e dei funerali di Don Dino


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