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Lectio Divina

Sintesi dell'intervento di Suor Elena Bosetti

 

“Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo” (Ef 6,12): un combattimento che ci attende senza esitazione per incatenare le forze avverse e i potenti di questo mondo. Clicca per ingrandire...Con queste parole e con una lingua che ha saputo stillare dolcezza suor Elena Bosetti, Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha introdotto la Lectio Divina sul combattimento dell’umanità tra Bene e Male, tra il mysterium iniquitatis, che tenta di far tacere la voce di Dio, e il mysterium salutis, la storia della salvezza prima di Cristo.

Il tema del combattimento nella Lettera agli Efesini, così come ci viene presentato da Paolo, mostra un codice di comportamento, una parenesi che non può avere dualismi o schizofrenie; è la quotidianità e la vita vissuta che il cristiano porta a Dio come offerta gradita. Per questo occorre combattere. La vita è un combattimento. Ma lotta contro chi? “Certamente – ha spiegato suor Elena con parole sapienti e profetiche – non contro le persone, contro gli esseri umani. Nessuna crociata, niente combattimento e violenza verso gli altri. Anzi – ha proseguito – è proprio il contrario, la condiscendenza, il farsi tutto a tutti per amore del Vangelo. Il combattimento è invece contro le potenze del male che si scatenano minacciose e subdole, fuori e anche dentro di noi”. In Ef 6,12, in particolare, si parla di un triplice combattimento: contro i Principati e le Potenze; contro i dominatori di questo mondo tenebroso; contro gli spiriti del male che abitano nelle “regioni celesti”. Si tratta di avversari molto potenti, forze malvagie che sorprendentemente abitano in cielo ma sono al servizio di Satana. “Una struttura diabolica – ha detto suor Elena Bosetti – di dimensioni cosmiche, in un sofisticatissimo sistema di potere del Male altamente organizzato”.

Clicca per ingrandire...In questa prospettiva la vita dei credenti diventa una battaglia sostenuta solo con l’armatura di Dio che consente di “resistere alle insidie del diavolo” (Ef 6,11), il quale si adopera con ogni astuzia per separare l’uomo da Dio. Un esperto tentatore e seduttore, una belva che “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare”. (1 Pt 5,8-9). A questo punto l’invito è resistere. Ma come? “Non basta la nostra intelligenza – ha incitato con dolcezza e convinzione suor Elena – e neppure la nostra povera forza. Occorre equipaggiarsi dell’armatura che ci viene offerta da Dio. Un’armatura completa, in sei pezzi, ciascuno con un significato simbolico collegato ad una virtù e ad un dono dello Spirito”.

La cintura è la verità. Occorre cingere i fianchi per intraprendere il cammino della libertà. Anche Gesù “sapendo che era giunta l’ora di passare da questo mondo al Padre” (Gv 13,1) si cinge i fianchi di un asciugatoio e lava i piedi dei suoi discepoli. “Questo ci insegna – ha esortato Elena Bosetti - che il modo per camminare verso la libertà è il servizio, farsi umili per amore. Ma tutto questo non è congenito al nostro istinto egoistico e perciò occorre anche cingere i fianchi per combattere. Cintura del cristiano è quindi la verità, intesa biblicamente come la fedeltà di Dio”.

Il pezzo forte dell’armatura è però la corazza, ossia la giustizia che rappresenta l’appassionata volontà di bene verso ogni essere vivente. Poi vengono i calzari, necessari per intraprendere una lunga marcia per annunciare a tutti il “vangelo della pace”. “Indossiamo dunque i calzari – ha invitato suor Elena – e mettiamoci in cammino come araldi della bella notizia, araldi della riconciliazione e della pace, diffondendo ovunque il biblico shalom che si compie in Cristo Gesù”. A questo punto occorre impugnare un’arma difensiva: lo scudo che per il cristiano è la fede, intesa come fiducia incondizionata nel Signore Gesù e nel Padre buono. Solo con questo scudo potremo contrastare tutte le ‘frecce infuocate del Maligno’ e resistere a quel leone ruggente. Ma in questa lotta, come possiamo difendere la testa? Occorre indossare l’elmo, quello della salvezza. Il cristiano è chiamato a fare suo l’elmo stesso di Dio, “a mettere – ha invitato la Bosetti – la propria testa al riparo dai pensieri funesti e negativi, contrastando ogni tentazione di scoraggiamento. Niente paura – hanno ripetuto i 4000 fedeli del Rinnovamento – nostro elmo è la salvezza certa e sicura”. Infine occorre prendere la spada: l’unica arma di attacco.Clicca per ingrandire... E’ la parola di Dio che uccide l’empio. Come Gesù impugna la “parola di Dio” nel suo combattimento contro il diavolo che lo tenta nel deserto, non diversamente dobbiamo fare noi. Proprio le tentazioni vengono a provare se la decisione di servire Dio e i fratelli è veramente consistente e solo la Parola ha il potere di smascherare anzitutto il nemico dentro di noi. Anche su esempio di Davide che decide di affrontare il gigante Golia, non dobbiamo indossare l’armatura di Saul che è l’armatura del re ma la fionda, il bastone e la bisaccia del pastore. “Spesso – ha riferito suor Elena Bosetti – presumiamo di farcela con le nostre forze. Una falsa stima di noi stessi si mescola facilmente con orgoglio e presunzione. Allora non avvertiamo certo il bisogno di rivestirci dell’armatura di Dio. Semmai dell’armatura di Saul: un’armatura che al giorno d’oggi può contare sull’alta scienza e sulla più avanzata tecnologia”. Davide, invece, conta unicamente sul suo Dio, sulla sua forza. Così dobbiamo combattere anche nella nostra vita l’invisibile nemico che aggredisce il nostro cuore. Le nostre armi sono la fede e la preghiera, il digiuno e la parola di Dio. Come le icone bibliche di Ester e Giuditta dobbiamo capovolgere le sorti. Quando tutto sembrava perduto Ester conosce l’alleanza con Dio e Israele è tornato a vivere per mano di Giuditta. “Dunque coraggio – ha concluso suor Elena Bosetti – siamo vincitori del Maligno perchè la Parola di Dio rimane nel nostro cuore. Come è stato per Gesù. Avanti dunque fratelli e sorelle del Rinnovamento, predicate la vittoria del Cristo risorto e scacciate i demoni”.

Laura Gigliarelli