La 
		XXXI Conferenza nazionale animatori si chiude così come è iniziata, 
		all’insegna della Parola di Dio: il popolo del Rinnovamento richiama il 
		canto che aveva caratterizzato la mistagogia iniziale, “La Parola è la 
		luce”, che adesso sigla un intenso momento di preghiera che conclude la 
		relazione finale del Presidente, Salvatore Martinez. Una relazione 
		attraversata da un invito urgente, da una affermazione che va rinnovata, 
		da un verbo forte e attuale: credere!
		
		
		Una certezza 
		attraversa le parole di Salvatore: la Parola di Dio non è incatenata, e 
		se questo accade è solo perché il maligno tenta di legarla attraverso 
		gli inganni del nostro tempo: egoismo, menzogne su Cristo e sulla 
		Chiesa, vanità, orgoglio, attaccamento ai beni materiali, relativismo, 
		disprezzo dell’autorità, ingratitudine, carenza di amore, maldicenza; è 
		solo una parte del lungo elenco di inganni che S. Paolo fa nella 2 
		Lettera a Timoteo (3, 2 e ss) e che sembra dipingere il ritratto della 
		nostra epoca. Tuttavia, ricorda il Presidente, quei “tempi difficili” di 
		cui parla Paolo sono i tempi difficili vissuti in tanti momenti della 
		storia dell’uomo e dei credenti; non è, dunque, il tempo corrente che 
		distrugge gli u
omini 
		ma gli inganni del male che agisce in ogni epoca. Infatti, tutto il 
		tempo che divide la prima venuta di Cristo dal suo ritorno è un tempo 
		che impegna i cristiani in un combattimento feroce, sì, ma già vinto 
		sulla Croce. Il richiamo di Salvatore, allora, è a non cedere alla 
		catena più grande, 
		quella che non ci 
		permette di vedere le nostre catene. Non vi è catena che non possa 
		essere sciolta dalla potenza della Parola di Dio e dall’obbedienza dei 
		credenti alla verità del Vangelo. Questa fede, «che agisce per 
		obbedienza, non per convenienza» e che è l’unica che può «umanizzare 
		l’uomo», ci rende fermi nella certezza che «Gesù è una parola data e non 
		può essere ritirata, è una parola chiara e non si può essere confusi, è 
		una parola aperta e non si può essere chiusi, è una parola vera e non si 
		può essere ingannati, è una parola umile che non ci fa sentire grandi, è 
		una parola potente che non ci fa sentire incapaci, è una parola eterna, 
		che mai ci farà sentire sconfitti».  Infine, il Presidente del RnS 
		invita tutti gli animatori a ripartire dall’essenzialità della Parola, 
		con semplicità, amore fraterno, misericordia reciproca e slancio 
		rinnovato, nella consapevolezza che il RnS «non è questione umana né 
		tanto meno questione di pochi, ma una questione che importa a Dio 
		e comporta Dio», ovvero lo rende presente nella storia 
		denunciando il male e diffondendo il bene.