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I sette simposi di sabato 3.11.2007

«Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo e così lo predichiamo»
 

Simposio n. 1:

 Progetto Unitario di Formazione e riorganizzazione pastorale
       nell’impegno dei Comitati regionali e Diocesani

«Ci guardiamo tra di noi e ci conosciamo tutti, ma chi ci conosce veramente e ci ha scelti è il Signore». Così Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, ha accolto i membri dei Comitati regionali e Diocesani di servizio nel simposio pomeridiano moderato da Padre Giovanni Alberti, membro del CNS.

Clicca per ingrandire...Prima di entrare nel vivo del suo intervento, il Presidente ha rivolto tre domande che interpellano tutti i responsabili.

1. «Cha hai fatto?» (Gn 4, 10). «Come lo disse a Caino, il Signore lo dice a noi oggi – spiega Martinez – .Cosa vogliamo farne del RnS e, al suo interno, della nostra elezione? Nel caso di Caino, la vita venne uccisa: ciò non accada anche a causa nostra! Noi non dobbiamo uccidere lo Spirito di vita, di progresso, di crescita. Sempre dobbiamo chiederci se il nostro operato dà vita o morte».

2. «Sono forse io il guardiano di mio fratello?» (Gn 4, 9). Questa domanda nasconde, in realtà, un’idea perversa di libertà e un egoismo che sfida Dio. Ai responsabili è sempre affidato il compito di custodire e prendersi cura dei fratelli.

3. «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?» (Gn 4, 14). Spesso i responsabili, riconoscendo le loro colpe, si sentono indegni e si nascondono. «Nessuno si apparti – ha esortato Martinez - , ma anche nessuno offenda il fratello e poi si nasconda! Tutto si faccia nella verità e anche quando si sbaglia non ci si nasconda, ma si affronti ogni problema nella franchezza».
Riprendendo e integrando quanto già detto nelle relazioni mattutine di Sebastiano Fascetta e Mario Landi, il Presidente ha ribadito la triplice dimensione del servizio dei responsabili:
- attenzione all’uomo (livello pastorale): uno sguardo sempre vigile alle attese, speranze, incertezze di ogni singolo fratello che Dio ci ha posto accanto;

Clicca per ingrandire...- ascolto di Dio (livello teologico). Dio sempre parla e la nostra risposta non deve essere data sulla base della convenienza, ma dell’obbedienza. Ogni responsabile deve curare la propria formazione personale e rimediare laddove c’è ancora da crescere;

- ascolto dello Spirito (livello pneumatologico): lo Spirito attua miracoli, segni, prodigi e tutto ciò che rende ogni regione diversa da tutte le altre.

Martinez ha dato poi lettura di alcuni punti cardine del documento per una riorganizzazione pastorale: “Serviamo in comunione”, rimarcando l’importanza della storia del RnS, la necessità della formazione e dell’urgenza di una “conversione pastorale” che deve riguardare tutti gli organi di servizio pastorale.

«Una formazione condotta in modo unitario e sistematico – ha concluso il Presidente – diventerà un carisma per dare linfa nuova alla vita di tutti i gruppi del RnS […]. La cosa più bella è servire dei progetti già esistenti e non inventarne degli altri».

Le risposte date alle numerose domande hanno approfondito tutte le suddette tematiche e hanno confermato i responsabili nella ferma volontà di formarsi alla luce della Parola, per un servizio sempre più degno e gradito al Padre.


Simposio 2:

Progetto unitario di formazione e riorganizzazione pastorale
      nell’impegno dei pastorali di servizio

“Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, parlò”, con queste parole profetiche il coordinatore nazionale Mario Landi dà inizio al Clicca per ingrandire...simposio destinato ai membri dei pastorali di servizio. Presupposto per parlare di “pastorale” è l’accoglienza dello Spirito Santo come forza che viene a noi dall’Alto, da cui proviene il mandato per annunciare il Salvatore fino agli estremi confini della terra. Obiettivo della relazione è quello di chiarire la chiamata di un pastorale di servizio rivolta alla cura dei singoli aderenti: la centralità della persona nella sua interezza spirituale e sociale, cui proporre il passaggio dalla vita vecchia a quella nuova mediante l’azione dello Spirito nel Seminario di Vita Nuova. Identità, appartenenza, ecclesialità, formazione permanente sono gli aspetti da promuovere, ponendo attenzione alle ragioni dello Spirito, alle ragioni umane dei fratelli e alle ragioni pastorali proprie del cammino comunitario. L’accompagnamento e la verifica, elementi imprescindibili di una comunità, saranno oggetto di costante riflessione sulla base delle linee guida contenute nel documento Serviamo in comunione. Il desiderio è che i gruppi e le comunità vivano la fraternità in verità e carità alla luce di quanto si esperimentava nella prima comunità cristiana (Atti 2, 42-48). La vivace partecipazione dell’assemblea nel porre domande e nel chiedere suggerimenti e chiarimenti determina l’avvicendarsi di Mario insieme con don Fulvio di Fulvio, membro del CNS, moderatore del simposio e con Sebastiano Fascetta, membro del CN, la cui relazione Clicca per ingrandire...mattutina risulta complementare al tema in oggetto del simposio. Si sottolinea l’importanza di una formazione inerente al cammino del Rinnovamento, frutto di un’autentica esperienza dello Spirito, ma anche via privilegiata per aderire al Rinnovamento con coerenza e piena disponibilità. La formazione, infatti, non può sostituirsi né anticipare l’esperienza personale di Cristo, Signore e Salvatore. Dando uno sguardo alla figura del formatore emerge la necessaria “buona volontà” per studiare la Parola e trasmettere una credibile testimonianza di vita. Al pastorale di servizio, infine, non compete discutere sulla eventuale necessità di formazione, bensì discernere la modalità più efficace per ascoltare e accompagnare i fratelli in un graduale cammino di crescita, esercitando quando necessario una correzione fraterna generata dall’amore. Al termine si eleva al cielo un particolare grazie al Signore per la sua sapienza che ci aiuterà a dare risposta alle tante domande che per questioni di tempo non l’hanno ricevuta.


Simposio 3:

Il Seminario di effusione e il post seminario

Clicca per ingrandire...“Il seminario di effusione è il carisma fondante del Rinnovamento”, ribadendo come il Rinnovamento cominci proprio da qui, Piero Sebastiano, membro del CN, ha introdotto il terzo Simposio centrato sul tema: “Il Seminario di vita nuova e il Post seminario”. Riprendendo la sottolineatura di Sebastiano, il relatore Pier Giorgio Merlo, membro del CN, ha voluto subito sottolineare che il Seminario di effusione e Cammino di post effusione rientrano nel Progetto unitario di formazione del RnS, un progetto progressivo e sistematico che prevede un livello di base, per i chiamati; un livello intermedio, per i discepoli; e un livello più alto per gli apostoli.

Attraverso il cammino di effusione, Dio realizza la parola di Ez 25, 26: ci purifica dalle nostre sozzure, liberando i nostri cuori per mettere dentro di noi un cuore nuovo. È un passaggio dalla morte alla vita; è un vivere la storia della salvezza – ha continuato Pier Giorgio Merlo – che diventa la nostra storia personale. Dio ci dona cuore nuovo e Spirito nuovo per conformarci alla figura di Gesù.

Attraverso il Seminario di effusione viviamo quindi una vera, nuova creazione. Scopriamo la nostra vera identità: Clicca per ingrandire...figli amati da Dio. Tutto il Seminario di effusione risuona della dichiarazione d’amore di Dio, che ci guarisce e ci libera mentre ci fa scoprire chi siamo, il senso della nostra esistenza, chi è il fratello che ci vive accanto.

Dopo aver ribadito che nel Seminario viviamo la duplice dimensione del dono e della grazia, Merlo ha detto che la grazia che riceviamo dall’Alto ci fa entrare anche nella famiglia dei salvati, nella famiglia del Rinnovamento.

«Come animatori – ha proseguito il Membro di CN –, siamo chiamati a dare testimonianza della trasformazione vissuta, dobbiamo far scorrere la grazia ricevuta da cuore a cuore… siamo chiamati a rafforzare gli effusionandi, a farci grembo di Dio per generare figli al Cielo. Dobbiamo avere chiara la forza e la dimensione della nostra chiamata».

Il Cammino post effusione, anch’esso esperienziale, è invece il tempo del discepolato, tempo di crescita, di sequela di Gesù, del primato dello Spirito Santo.

Quale la differenza tra i due cammini? Il primo è il tempo in cui si riceve, il secondo quello in cui siamo chiamati a donare attraverso il servizio.

Grazie alle numerose domande si sono potuti approfondire alcuni punti che riguardano soprattutto l’organizzazione del seminario e le caratteristiche dell’équipe guida.


Simposio 4:

Cultura di Pentecoste

Clicca per ingrandire...“Rendere onore allo Spirito Santo”: una vocazione che con Giovanni Paolo II è divenuta mandato apostolico. Il 14 marzo 2002, in occasione dell’approvazione dello Statuto del Rinnovamento nello Spirito, Wojtyla così si rivolse ai responsabili del Movimento: “Fate conoscere a amare lo Spirito Santo. Aiuterete a far sì che prenda forma quella cultura della Pentecoste che sola può far nascere la civiltà dell’amore”. Dei nuovi orizzonti della cultura della Pentecoste si è parlato nel simposio tenuto dal direttore del RnS, Marcella Reni, e moderato dal coordinatore regionale dell’Emilia Romagna, Mario Cavalieri. Presente anche Miriam Herber, già membro del CNS.

Nessuna dottrina né metodologia. Cultura della Pentecoste “è avere il pensiero di Cristo e renderlo Clicca per ingrandire...manifesto. Significa vivere in maniera spirituale, muovere a conversione e commuovere”. In un discorso appassionato, che incontra spesso gli applausi dei molti presenti, Marcella Reni esorta gli animatori a rispondere con entusiasmo e dedizione totale al mandato di Giovanni Paolo II: “Ci viene chiesta una fedeltà non solo alla Chiesa ma al mondo”. Perché dalla Pentecoste nasce l’uomo nuovo, dotato di una “nuova capacità di vivere, lottare, difendere e diffondere il bene”; “nasce un nuovo umanesimo, una nuova sociologia, che è soprannaturale”. Il Direttore del Rinnovamento parla della cultura relativista di oggi, in cui “da solo il mio io si dà il piano di verità, si costruisce un progetto di libertà, ma l’uomo – dice con forza - esce dalle mani del Padre perciò è impressa in lui la distinzione tra il bene e il male… Gesù è venuto a mostrarci che solo la verità ci dà la vita”. E cultura della Pentecoste è vivere la vita di Cristo, essere al servizio della Verità. Clicca per ingrandire...Marcella Reni parla della famiglia, attaccata così tanto oggi, dice, “perché è Chiesa domestica, nucleo dove si formano le coscienze, dove si trasmette la fede. Se nelle nostre famiglie la trasmissione della fede non avviene più – continua – produciamo menzogna”. Il direttore del RnS invita ognuno dei presenti a riflettere sulla propria testimonianza; a chiedersi se il proprio linguaggio è spirituale, interiore. “A noi Giovanni Paolo II ha messo in mano la fiaccola della speranza. Siamo responsabili? Siamo capaci di dare risposte?” Perché la cultura della Pentecoste reclama cultori dello Spirito, uomini e donne che sappiano mettere da parte le ragioni personali e del mondo, e assumere quelle dello Spirito.

È seguito un dibattito, con domande sui vari aspetti, con la consapevolezza che lo Spirito sta suscitando delle risposte concrete all'interno del Rinnovamento, con progetti e associazioni come quella nata due anni fa, “Rinnovamento per la Vita” che ha come finalità proprio quella di diffondere in ogni ambito la cultura della Pentecoste. A conclusione del simposio è stata presentata la raccolta di firme organizzata dal Forum delle famiglie per chiedere al Governo una politica fiscale più giusta a favore della famiglia.


Simposio n. 5:

Sacerdoti e Religiosi

Clicca per ingrandire...Qual è il compito di un sacerdote/religioso nel RnS?

Questa la domanda dalla quale il relatore, don Guido Pietrogrande, è partito per dare inizio a questo Simposio riservato ai consacrati.

Ancor prima che nel Movimento, cosa è un consacrato nella Chiesa?

È la figura visibile e il richiamo costante del primato di Dio in mezzo al suo popolo. Ancora: esso è una riserva costante di spiritualità. Nel Movimento, poi, attraverso la condivisione della stessa spiritualità, non alternativa a quella di appartenenza ma complementare, è possibile vivere una fraternità. Dunque, i consacrati, riserva di fraternità. Una fraternità si nutre di quattro verbi fondamentali: riconoscersi, accogliersi, incontrarsi, aiutarsi.

Questa la modalità con la quale declinare la fraternità nel RnS, che non vuole avere una strutturazione nazionale, ma piuttosto una dislocazione a livello di Chiesa particolare.

Forte sottolineatura e richiamo sono stati poi fatti alla necessità di avere vere e proprie vocazioni a servizio del Movimento: “non bastano i simpatizzanti!”. Sacerdoti formati per formare i fratelli dei gruppi. Una presenza in mezzo ai fratelli ma non di tipo gerarchico. Il sacerdote del RnS si pone fratello tra i fratelli e mette il suo ministero a servizio del carisma del movimento carismatico nella Chiesa.

Clicca per ingrandire...Ultimo accenno a due voci tra don Guido e Bruna Pernice, referente del progetto Chiesa Moldava, per presentare e precettare vocazioni a servizio di questo progetto che è nato con la benedizione di Giovanni Paolo II nel 2002. Ci ricorda don Guido che il RnS ormai sente lo slancio missionario “ad gentes” ma chiede la generosità di vocazioni a servizio di queste chiamate.

Le domande poste alla fine del Simposio hanno contribuito ulteriormente a chiarire il ruolo del sacerdote nei gruppi e dei gruppi nelle parrocchie.  La scelta del RnS, d’intesa con la CEI, è quella di sostenere, dal di dentro, tutte le vocazioni di consacrazione nella Chiesa, attraverso il contributo della propria spiritualità ma senza avere “propri consacrati”e “propri seminari”.

Di tutti, della Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa.


Simposio n. 6:

Famiglia

Clicca per ingrandire...I coniugi Crestanello hanno guidato il simposio per ambiti omogenei dedicato alle Famiglie (numero 6), introducendo con grande efficacia l’importanza di accogliere la Parola nell’ambito della coppia e della relazione seguendo il modello di Maria e Giuseppe che non hanno esitato ad accogliere il Verbo fatto carne.

Il libro di Tobia, a cui Flavio Crestanello ha fatto riferimento, rappresenta un chiaro esempio in cui una coppia schiacciata dallo scoraggiamento degli eventi si affida a Dio e da lui ottiene la forza e la salvezza.

In tutte le fasi della vita di ogni coppia (il momento in cui l’io deve lasciare il posto al noi; il momento in cui si prepara il progetto di un figlio; il momento in cui la coppia stabilisce le relazioni con gli altri; il momento della crescita e dell’educazione dei figli etc.) la Parola offre una risposta concreta a ogni esigenza.

La Parola indica la strada a ciascuno per diventare pienamente coppia, seguendo un iter che potrebbe essere schematizzato secondo i seguenti punti:

  1. “Accettare di diventare figlio di Dio” ovvero accettare l’amore pieno che il Padre ha per i suoi figli;

  2. “Accettare di diventare coppia” ovvero accettare di diventare dono nella reciprocità coniugale, seguendo il modello di Gesù disposto a donare se stesso fino alla morte alla sua sposa, la Chiesa;

  3. “Accettare di diventare genitore” ovvero accettare di svuotare te stesso come Gesù accetta di svuotare se stesso per generare la Chiesa con la generosità totale dell’Amore Trinitario.

Clicca per ingrandire...La Parola, così come lo è l’Eucaristia, diventa quindi una presenza concreta nella coppia e questa presenza è Gesù che si fa compagno di viaggio e che chiede uno spazio nell’interno della relazione. E come Maria accetta di accogliere dentro sé Gesù anche la coppia deve accogliere Gesù che diventa il Signore della famiglia. È la preghiera congiunta dei coniugi che prepara e sostiene la coppia ad accogliere pienamente Gesù. Questo argomento è stato approfondito nel momento dedicato agli interventi. L’assemblea ha rivolto ai relatori anche domande relative al rapporto, spesso conflittuale, tra genitori e figli, all’importanza della testimonianza nell’educazione alla fede e numerose sono state anche le richieste d’informazioni sui corsi di formazione e approfondimento per la vita di coppia.


Simposio n. 7:

Giovani

Clicca per ingrandire...Le note del canto “Mi pensamiento eres tu Senor” danno inizio al VII Simposio, quello dedicato ai giovani e subito la sala rossa che ospita più di duecento ragazzi si riempie di gioia ed esultanza.

“Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo e così lo predichiamo” è il tema dell’incontro introdotto dalla moderatrice Cinzia Torre, membro del CN, che ricorda ai presenti di essere nel tempo dell’Agorà, dove i giovani scendono in piazza per incontrare altri giovani.

Innanzitutto Dio ci ha trovati – esordisce la relatrice Benedetta Fabbro del Comitato regionale del Veneto – lui vede dove siamo, ci viene a cercare e ci trova. Proprio perché ci conosce il Padre si fida di noi e per questo ci affida il Vangelo, non un libro qualunque, ma il Verbo stesso di Dio. Giovani in missione, dunque, guidati soprattutto dal messaggio del papa Benedetto XVI per la prossima Giornata mondiale della gioventù a Sidney, dal titolo “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.

Clicca per ingrandire...La lontananza della terra australiana ci aiuta bene a comprendere il senso della missione “fino agli estremi confini della terra”. Ma se è vero che c’è un’Australia fisica lontana ad attendere i giovani il prossimo luglio 2008, è altrettanto vero che possono esserci tante terre australiane spirituali vicine a noi, i cuori di giovani lontani, bisognosi, desiderosi di una Parola che trasformi la propria vita. E questi cuori possono essere anche molto prossimi, un compagno di banco, di università, un collega, un familiare. C’è una domanda di felicità nell’intimo di ogni ragazzo ma nessuno vi risponde come Gesù. Che fare allora?

Casa e piazza, il binomio indicato dal papa all’Agorà di Loreto ai ragazzi per rispondere a un tale desiderio, formazione personale spirituale e umana da una parte e missione dall’altra. Le domande che seguono l’intervento di Benedetta testimoniano Clicca per ingrandire...il silenzioso sì pronunciato dai ragazzi presenti. Come fare per annunciare il Vangelo ai giovani che vediamo tristi e insoddisfatti? Quale il primo passo da fare per portare Gesù?

Come far capire loro che non basta l’esultanza di un momento ma che la fede richiede una sequela e una crescita? Ancora una volta la risposta non può che essere l’invito a crescere nella conoscenza personale e comunitaria di Gesù, anche attraverso l’ascolto della sua Parola, per essere testimoni di Cristo nel mondo con la propria vita e così dare ragione della speranza che è in noi. A partire dall’Australia spirituale che attende ciascuno di noi già da questa sera.

 


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