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Convocazione Regionale RnS in Campania

Eboli (SA), domenica 10 ottobre 2010

 

In un clima di fede e di festa, quasi seimila persone, sono convenute da ogni parte della Campania per dare inizio alla 33a Convocazione Regionale dei gruppi e comunità del Rinnovamento nello Spirito, presso il Palasele di Eboli (Sa). Il tema della conferenza è stato tratto da una pericope del libro della Apocalisse: “Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona” (Ap. 3.11b).

Il coordinatore regionale, Amabile Guzzo, ha salutato i presenti delineando tutto il percorso del servizio pastorale svolto in Campania, ricordando che si è prestata molta attenzione a far crescere  vincoli di comunione e di fraternità. Abbiamo così inteso affrontare con fiducia i grandi cambiamenti del nostro tempo e della Chiesa, senza cedere a tentazioni di nostalgie e di rassegnazione. È importante ora conservare la consapevolezza del cammino percorso e proseguire con maggiore coinvolgimento della propria vita al servizio della crescita del Regno di Dio in mezzo a noi.  Ringrazio, prosegue Guzzo, a nome del comitato regionale di servizio, Dio voi fratelli e sorelle, che avete detto il vostro “sì”, come Maria, con sempre maggiore disponibilità ai diversi impegni a cui siamo stati chiamati.

La giornata si è aperta con la preghiera comunitaria carismatica animata dal comitato regionale uscente, che ha disposto i cuori all’ascolto della relazione sul tema del Convegno tenuta dal Presidente Nazionale RnS Salvatore Martinez. Carissimi fratelli e sorelle, rivolgendomi a voi sento di dover innanzitutto esprimere profonda gratitudine al Signore e a voi per il grande dono che siete per la Chiesa e per il rinnovamento. Oggi Gesù vincerà ancora, siamo già che vincitori. Dobbiamo dare voce a Cristo Gesù in tutta la portata della Sua Parola.

Dopo aver ringraziato il Signore per la fedeltà del popolo del Rns in Campania alla Chiesa e al movimento, Martinez, ha mostrato ai presenti due corone, una di spine e una regale. È semplice capire, commenta nella sua introduzione, quella di spine e quella regale. Non lasciamoci togliere la corona di spine donataci dal Signore che, significa il suo nome che significa la sua gloria che significa il suo cielo. Il carattere simbolico della “corona” è chiaro nel suo significato ed indica la partecipazione alla vita divina che il cristiano possiede già, ma che deve essere mantenuta e resa stabile attraverso la perseveranza della fedeltà.  Ognuno di noi è una corona regale, un diadema ma se accettiamo la corona di spine. Alla Chiesa di Filadèlfia, che il suo nome vuol dire “città dell’amore fraterno” Cristo si presenta come il rivelatore e testimone della santità e della volontà di Dio, e insieme il compimento della promessa di salvezza e di vicinanza con il suo popolo donata a Davide e che si realizzerà nella Gerusalemme celeste, la dimora definitiva di Dio con gli uomini. Filadelfia prosegue, Salvatore, era una comunità piccola ma fedele al Vangelo. Gesù promette a questa piccola Chiesa che avrà una grande fecondità missionaria. La comunità crescerà e proprio dalla parte della schiera dei suoi oppositori più accaniti, cioè in Giudei! Il relatore esorta poi, a essere vigili: “Il Signore mette, in guardia la comunità: la loro fedeltà dovrà d’ora innanzi mostrarsi soprattutto come costanza”. Il nostro tempo, infatti, è tempo della prova, e solo con l’impegno costante a servizio del Vangelo è possibile viverlo senza farsi travolgere.

Cari e amati fratelli della Campania, la potenza dello Spirito si mostra nella debolezza e nella fragilità umana. Sono consapevole di questa dinamica fondamentale della vita cristiana, o penso ad ogni povertà e debolezza secondo il Vangelo e lontana dalla mentalità umana come un fallimento e una sconfitta?

Il tempo nel quale viviamo è tempo che il Signore indica come tempo della prova. Questo significa che non dobbiamo né meravigliarci né aver paura se incontriamo difficoltà o addirittura persecuzioni nella nostra vita cristiana: siamo nelle mani di Cristo che ha vissuto per primo questa nostra situazione. La nostra reazione davanti a queste realtà è quella proposta dal Vangelo o è diversa e magari opposta?

Una espressione, in particolare, vorrei sottolineare, prosegue il presidente nazionale: “Ho aperto una porta che nessuno può chiudere”. Il Cristo è la porta nel vangelo di Giovanni. Ma Paolo usa la stessa espressione ad indicare la predicazione apostolica che si fa strada nei cuori. Così scrive, in riferimento ad Efeso, in Cor16,9: Paolo esprime la profonda convinzione che è la grazia di Dio ad aprire la porta della predicazione, attraverso la parola pronunciata dalla Chiesa. Come Paolo ha cambiato la vita delle persone del suo tempo, così – ci deve sostenere questa convinzione – la stessa conversione, la stessa salvezza, viene donata oggi. Veramente un credente cambia la vita degli uomini del suo tempo, come Paolo ha inciso profondamente nella vita degli uomini del suo tempo.

L’intervento di Martinez, si conclude ricordando le difficoltà che non risparmiano la Chiesa, ma se si vuole vivere pienamente la vocazione battesimale ed il nostro sacerdozio,  sacerdozio comune dei fedeli/ sacerdozio regale (Christifideles laici – vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo e Lumen Gentium , 34 partecipazione dei laici al sacerdozio comune) bisogna rimanere fedeli anche nei momenti critici.

Vivere il Battesimo, tuttavia, "comporta restare saldamente uniti alla Chiesa, pure quando vediamo nel suo volto qualche ombra e qualche macchia", perché è lei che "ci ha rigenerati alla vita divina e ci accompagna in tutto il nostro cammino".

L'essere testimoni, per noi oggi, non è una opzione, ma un obbedire al comando di Gesù, allo Spirito Santo e alla Chiesa. Un comando che ci invita ad essere come raggi di luce capaci di indicare la presenza di Gesù e del suo Spirito nel mondo, pur nella consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre fragilità umane, della nostra incredulità e povertà spirituale.

Ci è chiesto di esercitare con coraggio e audacia il dono della fede chiedendo allo Spirito quella certezza che ci apre alla fiducia in Dio e ci rende disponibili ad accogliere e a operare secondo le sue promesse."Coraggio è necessario che tu mi renda testimonianza" afferma S. Paolo negli Atti degli apostoli."Non è più il tempo di rimanere chiusi nel cenacolo; questo è il tempo in cui siamo invitati ad uscire, perché lo Spirito Santo è sceso su di noi, come è sceso più di duemila anni fa sugli Apostoli. Siamo coloro che per Sua grazia traspiriamo gioia, pace, speranza e novità di vita, e ci trafigge il cuore se non possiamo trasmetterlo e testimoniarlo".

La mattinata si è conclusa, con l’intervento di Mario Landi, coordinatore nazionale RnS, e di Dino De Dominicis, membro di comitato nazionale, che hanno illustrato la Vita e progetti del Rinnovamento nello Spirito. Il coordinatore nazionale ha evidenziato come il Seminario di vita nuova nello Spirito e l’esperienza del Roveto ardente si sono manifestati quali opportunità felici di diffusione della grazia del Rinnovamento e, come il Progetto Cultura di Pentecoste è ormai strumento privilegiato per diffondere la spiritualità carismatica. Il suo intervento si è concluso ricordando che l’esperienza è autentica se il Rinnovamento entra nella propria vita non se noi entriamo nella vita del Rinnovamento. I servi dello Spirito possono essere tali solo se riconoscono, adorano, in Spirito e verità, l’unico Dio. Quindi, coraggio popolo del RnS, siate annunciatori delle novità dello spirito nella piena responsabilità alla Chiesa e al movimento.

La sessione pomeridiana ha visto dopo la preghiera di lode, le testimonianza dei bambini che hanno partecipato al Meeting a loro dedicato, dove ancora una volta con il modo di essere, hanno  ricordato “ai più grandi” come erano e come debbono tornare ad essere per entrare nel Regno dei Cieli. L’intervento di Don Pasquale Incoronato, docente presso la Pontificia Università Teologica dell’Italia Meridionale e direttore dell'Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli dal 2003 ha ricordato ai giovani i valori non negoziabili in una società che sovverte ogni moralità.

E’ stata poi la volta di Salvatore Martinez che ha coinvolto i cuori dei presenti all’esperienza spirituale da lui guidata durante la sessione pomeridiana.

Preziose e commoventi le testimonianze che nel corso della giornata hanno permesso ai presenti di condividere l’opera di Dio. Parole di incoraggiamento sono giunte anche dal nuovo arcivescovo metropolita di Salerno S.E. Mons. Luigi Moretti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.  Il Signore ci chiede di essere Profezia di Gratuità come dimensione vera della vita- ha detto l’Arcivescovo – che il Signore ci conceda di riconoscere il dono di Dio che si fa impegno e servizio; che la nostra vita sia un tornare a Gesù per dire grazie; che la nostra testimonianza sia come luce che risplende, come sale che dà sapore perchè siamo chiamati a realizzare il Suo disegno che è il regno di Dio”.

Rosario Mangione


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