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La breccia in un muro che separa 
Pranzo di Natale nella Casa di reclusione “Filippo Saporito” di Aversa (CE)
L'ALTrA Cucina 2019 - Aversa - Clicca per ingrandire...

Grazie al Pranzo di Natale "L'ALTrA cucina… per un pranzo d'amore", ideato e realizzato da Prison Fellowship Italia Onlus in collaborazione con il RnS e Fondazione Alleanza del RnS, per la prima volta l’atmosfera natalizia è arrivata anche nella Casa di reclusione “Filippo Saporito” di Aversa. La mattinata è stata vissuta con gioia, in vari momenti.

Tutto ha avuto inizio con l'arrivo dei detenuti nel teatro, accolti da canti di festa eseguiti da una parte della Corale diocesana del RnS di Aversa. Tante gli interventi e le presenze: la direttrice dott.ssa Carla Mauro, il vescovo di Aversa mons. Angelo Spinillo, il sindaco Alfonso Golia; il comico partenopeo Antonio Colursi che ha riempito di allegria e ilarità il teatro; gli artisti Gianni Testa, Giacomo Eva e Giovanni Segreti Bruno che ci hanno allietato con alcuni canti tradizionali di Natale, cover e brani propri, rendendo tutti partecipi e certi che «con un piccolo gesto, possiamo riempire la vostra vita», come ha sottolineato l'artista Gianni Testa. «Ogni anno – ha continuato il cantante di Area Sanremo - aspetto questo momento perché per me è un’occasione per ricevere dai detenuti una carica di gioia e, proprio perché sai che ti fa bene, cerchi ogni volta di non perderla».

«Bisogna avere gli occhi verso la speranza. Il canto libero nasce dal cuore liberato, bisogna mettere al centro la libertà di essere uomo»: è intervenuto con queste parole il coordinatore nazionale Mario Landi lanciando a ognuno un messaggio di speranza. Espressioni di fede e speranza, anche quelle racchiuse nel messaggio del Santo Padre Francesco, letto dal coordinatore diocesano Massimo De Landro in cui la parola chiave è stata "coraggio": il coraggio di non chiudere la speranza dentro una cella.

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«Siamo qui per vivere un momento in famiglia», ha detto uno dei detenuti, e proprio come si fa in famiglia, nella gioia si è dato spazio a un momento conviviale. Tutto preparato nei minimi dettagli: tavoli e addobbi rossi che richiamano il Natale, come segnaposto, un braccialetto con unla raffigurazione di un’àncora e un bigliettino con la frase "Tu sei la mia speranza". In un clima di grande festa, il Pranzo è stato realizzato dalla chef stellata Marianna Vitale e servito al tavolo dai volontari del RnS, con la certezza di offire non appena un semplice pasto, ma un gesto d’amore, una prospettiva di speranza, uno scambio di esperienze di vita, un sorriso che forse, soprattutto in questo periodo dell'anno, manca ai detenuti. 

«È bello guardare gli occhi di ognuno - ha sottolineato l'artista Giovanni Segreti Bruno -; ti fanno capire come sei stato importante per loro in quel momento. La musica che abbiamo portato in questo luogo diventa fonte di speranza». Tutti i presenti si sono sentiti parte di una famiglia. «Ciò a cui spesso il mondo ci abitua è che bisogna ricevere sempre, ma qui capisci che bisogna dare senza ricevere; ciò che per noi sembra poco, in realtà è tanto», ha affermato il giovane artista Giacomo Eva. 

«Grazie per aver deciso di trascorrere un po’ di tempo insieme a noi rinunciando a fare le vostre cose e a divertirvi con i vostri familiari. La vostra presenza qua per noi è la breccia in quel muro che ci divide e un seme che fa crescere la speranza che non tutto è finito e che abbiamo forse un'altra opportunità. Per noi la vostra è la vera carità. Servire gli ultimi è questa la carità, sentirsi fratelli. Grazie!»: questo è stato il messaggio che i detenuti hanno lasciato a tutti noi. Quello di una piccola luce di speranza tra alte mura.

Lucia Caterino

(13.01.2020)