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Abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito 
XIV Assemblea nazionale del Rinnovamento nello Spirito
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Apertura e Celebrazione eucaristica presieduta da don Guido Pietrogrande

Nel segno della preghiera comunitaria carismatica si apre a Sacrofano (RM) la XIV Assemblea nazionale del RnS, in vista del rinnovo del Comitato nazionale di Servizio.

Il tema che guiderà il ritiro e i lavori dell’assemblea è tratto dal Vangelo di Luca (18, 28-30): «Pietro allora disse: “Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito”. E Gesù rispose “In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà”». Nella preghiera di apertura, a essere richiamato attraverso la profezia è ancora Pietro che, nella tempesta, cammina sulle acque verso Gesù e, quando teme di affondare, implora l’aiuto del Signore (cf Mt 22). La preghiera si conclude con la seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 13-14): «Dio vi ha scelti come primizia di salvezza», che ben si accosta al momento elettivo che il Rinnovamento si appresta a vivere.

La preghiera si traduce in un atto di abbandono confidente al Signore, di ascolto della sua Parola, di accoglimento del suo amore.

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Al termine della preghiera, Mario Landi, Coordinatore nazionale, accoglie i partecipanti a nome del Comitato nazionale e presenta il programma delle giornate, raccomandando, al termine del suo intervento, di considerarsi tutti sempre missionari e mai di-missionari. Subito dopo la Celebrazione eucaristica, presieduta da don Guido Pietrogrande. Nella sua omelia, il Consigliere spirituale nazionale, commentando il vangelo del giorno riflette sull’episodio della pesca miracolosa: «L’apostolo Pietro, tornato in Galilea sul comando di Gesù, torna alla sua vita normale: riprende la pesca, senza successo, fin quando il grido di Giovanni richiama l’attenzione: “È il Signore!”».

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Don Guido osserva che il grido di Giovanni risveglia la fede di Pietro: dalla pesca, questa volta, emergono 153 grossi pesci, numero simbolico per indicare quelle che secono le conoscenze del tempo, erano tutte le tipologie di pesci conosciuti, per indicare che bisogna “pescare” tutti gli uomini della terra. Il ritorno di Pietro alla pesca, ricorda quello che facciamo anche noi, quando «in attesa delle promesse del Signore siamo tentati di fare altro, di pensare al lavoro, alla salute, alla famiglia, come se nulla fosse avvenuto, come se il Signore non avesse parlato chiaro… è quell’andare a pescare per mania di concretezza, per avere subito un risultato… Manca quel guizzo di novità, fatto non con imprudenza ma con la fede. Pietro ha fatto tante esperienze ma torna alla normalità e bisogna che qualcuno venga a gridare ancora che c’è il Signore. Quando anche noi torneremo sulla spiaggia, Gesù ci avrà preparato qualcosa da mangiare, sarà pronto con il suo pesce arrostito, con il fuocherello acceso, anticipo di quel fuoco di Pasqua che è stato accesso sulle soglie delle nostre chiese».

Luciana Leone

(26.04.2019)