Tirando
le conclusioni della 42ͣ Conferenza nazionale animatori RnS,
Salvatore Martinez conduce l’assemblea a fare memoria di «ciò che lo
Spirito fa nella Chiesa, di ciò che ha fatto attraverso il Rinnovamento». E si
sofferma sul sogno di san Paolo VI, il ritorno dei carismi tra i
laici, il bisogno di rinnovamento della Chiesa.
Nel
1972, ricorda il Presidente RnS, il primo incontro del
cardinale Suenens con il Rinnovamento carismatico cattolico a
Indianapolis (USA). L’anno dopo, l’incontro del cardinale con
Paolo VI, che già nel ‘72 parlava di «esplosione di
una nuova primavera» e nel ’73, in Udienza
generale, dirà, accennando a «esperienze
clamorose»: «L’incontro con Dio può avvenire al di fuori di ogni
nostro preventivo… Noi siamo nella sfera carismatica di cui oggi
tanto si parla e lo Spirito soffia dove vuole. Non saremo certo noi a
spegnerlo».
E
ancora, l’Udienza del Papa, nel ’75, con il Rinnovamento, e quelle parole
sussurrate all’orecchio del cardinale Suenens durante
l’ascolto del canto in lingue: «Eminenza, questa è l’anticamera del paradiso».
«Questa
è la nostra storia», dice Martinez all’inizio della sua relazione sul tema: «Non siate
pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello Spirito; servite il
Signore» (Rm 12, 11). “Non avere paura di puntare più in alto… non avere paura di
lasciarti guidare dallo Spirito Santo” (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate, n. 34).
Il
Presidente RnS continua citando le prime
parole del Documento di Papa
Francesco a conclusione
del Sinodo sui giovani, «parole – dice – che sembrano
il compimento di ciò che Paolo VI chiedeva per tutta la Chiesa e che riassumono anche
quanto abbiamo vissuto nei giorni della Conferenza: “‘Su tutti effonderò il mio
Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani
avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni’ (At 2, 17; cf Gl 3, 1). È l’esperienza che abbiamo
fatto in questo Sinodo, camminando insieme e ponendoci in ascolto della voce
dello Spirito. Egli
ci ha stupito con la ricchezza dei suoi doni, ci ha colmato del suo coraggio e
della sua forza per portare al mondo la speranza”. Non abbiamo fatto anche noi Sinodo – continua Martinez - e secondo lo Spirito? Questa è Chiesa, questo è
cammino di salvezza! Chi fa il cammino nel Rinnovamento si sta salvando; tutta
l’opera santificatrice dello Spirito passa per le dimensioni sacramentale e
carismatica».
Martinez fa
calare l’assemblea nel passo dei discepoli
di Emmaus (cf Lc 24, 13-35) e individua dodici azioni in
cui – dice – «c’è tutto il Rinnovamento nello
Spirito: la vita comunitaria, il discepolato carismatico
e il servizio all’uomo. “Due di loro” (v.
13): i discepoli di Emmaus sono due, perché Gesù manda due
a due. Non vuole che rimaniamo soli. “Discutevano fra
di loro… e i loro occhi erano impediti a
riconoscerlo” (cf vv. 14-16): molte discussioni sul
Rinnovamento, sui carismi, sulla Chiesa non ci fanno vedere che Gesù è
vivo tra noi! A questo punto Gesù chiede ai due: “‘Ma di che
state parlando?’. E loro si fermarono
tristi” (cf v.17): il fermarsi e l’essere tristi sono verbi
contrari allo Spirito. Poi uno dei due inizia a parlare, e lo fa al
passato, come uno sconfitto (cf vv.18-24). Ma dove c’è fede
c’è vittoria! Non esiste un Rinnovamento dei rimpianti, delle promesse
mancate. Noi predichiamo un Gesù vivo! Allora Gesù si rivolge ai
due con tre giudizi: “stolti” (v. 25), perché si deve giudicare la storia
sempre a partire dalla Risurrezione, dalla Pentecoste! E
ancora, “lenti di cuore” (ibid.): senza lo Spirito si smette
di amare! “Lenti a credere nella profezia” (ibid.): quante profezie nei
nostri gruppi e nelle nostre comunità! Come potremmo
dimenticarcene? “Ed ecco che Gesù spiega loro tutto” (cf v.
27): Egli fa parlare i profeti, la Scrittura che lo rende vivo e operante.
Non dobbiamo mai scordare che la potenza della
Parola proclamata accade nella nostra vita! Poi, nel brano
biblico, cambia la scena – continua Martinez -, e i due
discepoli chiedono a Gesù di fermarsi con loro. Dalla mensa
della Parola alla mensa fraterna. “Rimani con no”, stiamo
insieme come amici” (cf v.
29). Questo significa accogliere tutti a priori! La profezia è anticipare
nell’amore». E a tale proposito il Presidente esorta
a non rinunciare alla «pedagogia dell’amore, alla pedagogia
della verità, a creare cenacoli familiari, intimi. Perché non ci
sarà preghiera nelle chiese se prima non ci sarà nelle case». Le
ultime azioni: «“Gesù spezza il pane”: ritorna vivo,
come accade tutte le volte che ci cibiamo di lui, “e i
discepoli lo riconoscono” (cf v. 31). Non bisogna avere dubbi che in
quell’Eucaristia ci sia Gesù vivo! “Non ci ardeva il
petto quando era con noi?” (v. 32), si chiedono i discepoli. Deve
tornare ad ardere il petto! Se non ti arde il petto per Lui
chi si incendierà d’amore? Infine, “i discepoli tornarono a
Gerusalemme e dissero: ‘È vero che è risorto’” (cf 33-34): noi
dobbiamo sempre imparare a credere, sempre abbiamo bisogno di
rigenerare la nostra effusione dello Spirito. Il mistero pasquale si
compie con la Pentecoste: tu puoi sapere che Gesù è risorto, ma lo devi
credere!».
In
chiusura, Martinez si sofferma sulle sfide che saranno dei
prossimi responsabili: «Come preghiamo? Come generiamo
il Rinnovamento, la vita nuova? Come “missioniamo”, e
cioè serviamo?». E ricorda cinque
ambiti di impegno: pastorale, per cui saranno
necessari «animatori preparati, coscientizzati dallo
Spirito»; ministeriale, «perché fondamentale è mettere i carismi
in attività, in circolo», e ancora: famiglia, sacerdoti, giovani.
Perché «solo una generazione di sacerdoti carismatici, una nuova
generazione di giovani carismatici e famiglie carismatiche, che in piccolo
diventano Chiesa e
società, potranno rendere ragione della meraviglia che
è il Rinnovamento nello Spirito».
Infine,
ricorda alcuni passi dell’esortazione apostolica di Papa
Francesco sulla chiamata alla santità, Gaudete et exsultate, dalla
quale il libro “Un servizio santo per un Rinnovamento nello Spirito
Santo” ha voluto trarre applicazioni concrete. Tra questi, l’invito
del Papa a offrirsi nel servizio a Dio e ai fratelli, senza
chiusure, e a non giudicare chi si impegna nel sociale. E
ancora, la raccomandazione a non abbassare mai la guardia nel
combattimento spirituale. «“Il diavolo – dice il Papa - ci avvelena con
l’odio, con la tristezza, con l’invidia (GE, n. 161)”. Siamo
dentro questo combattimento– conclude Martinez -. Preghiamo,
conserviamo la comunione e ricordiamo che se tanto abbiamo ricevuto,
tanto ci sarà chiesto».
Lucia
Romiti