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Salvatore Martinez in Udienza privata dal Santo Padre Francesco 
in occasione della Conferenza Internazionale OSCE sull’antisemitismo. Città del Vaticano, Palazzo Apostolico, 29 gennaio 2018
Salvatore Martinez in Udienza privata dal Santo Padre Francesco - 29 gennaio 2018 - Clicca per ingrandire...

Salvatore Martinez, Presidente della Fondazione Vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, nella veste di Rappresentante Personale della Presidenza Italiana in esercizio OSCE 2018 per la Dimensione 3 (Diritti Umani), con delega alla “lotta al Razzismo, Xenofobia e Discriminazione, con focus sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani e gli appartenenti ad altre religioni”, ha partecipato all’Udienza privata con il Santo Padre Francesco rivolta ai partecipanti alla Conferenza Internazionale di Roma sulla Responsabilità degli Stati, Istituzioni e Individui nella lotta all’Antisemitismo e ai crimini connessi all’odio antisemitico.

L’Udienza papale si è svolta il 29 gennaio 2018 presso la Sala Clementina del Palazzo Apostolico e ha preceduto la Conferenza organizzata nel quadro della Presidenza italiana OSCE 2018, svoltasi a Roma presso la Sala delle Conferenze Internazionali del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.  

Il Santo Padre, riprendendo il tema della Conferenza, ha fermato la propria attenzione su due temi principali: “responsabilità” e “lotta all’indifferenza”: «Essere responsabili significa essere capaci di rispondere. Non è solo questione di analizzare le cause della violenza e di rifiutarne le logiche perverse, ma di essere pronti e attivi nel rispondervi. Pertanto, il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza; perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto. Non mi stanco di ripetere che l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri. Eppure il contesto globalizzato ci dovrebbe aiutare a comprendere che nessuno di noi è un’isola e che nessuno avrà un futuro di pace senza un degno avvenire per tutti».

Ha poi ribadito le potenzialità dell’informazione, ma soprattutto della formazione, in particolare quella rivolta alle giovani generazioni: «È urgente educare le giovani generazioni a coinvolgersi attivamente nella lotta contro gli odi e le discriminazioni, ma anche nel superare le contrapposizioni del passato e a non stancarsi mai di cercare l’altro. Infatti, per preparare un futuro veramente umano non è sufficiente respingere il male, ma serve costruire insieme il bene».

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Salvatore Martinez, a riguardo, nel suo intervento alla Conferenza ha dichiarato: «Odio e indifferenza sono due parole strettamente connesse. Bisogna stare attenti perché se indifferenza significa silenzio, incapacità di cogliere i drammi della storia e le urgenze del tempo, se significa non avere più orrore dinanzi al male, è chiaro che la coscienza deteriora nell’errore: odio, razzismo, discriminazione e antisemitismo sono sinonimi di una condizione umana degenerata, prima che crimini derivanti da ideologie religiose».

Ha poi ribadito l’attualità dell’antisemitismo, posto all’inizio della Presidenza italiana in esercizio Osce 2018, proprio «perché forme di discriminazione religiosa e d’intolleranza quali la xenofobia e il razzismo sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare» ed esprimendo una certa preoccupazione «nel vedere che i giovani sono il più delle volte totalmente estranei a questi argomenti anche perché la loro sensibilità religiosa, in un tempo neopagano, in cui Dio è escluso, è fortemente compromessa dalla politicizzazione delle religioni stesse». E, infine, un appello: «Le religioni abbiano la responsabilità di prendersi per mano, di camminare insieme, di non auto-discriminarsi e di rendere onore al vero Dio: chi ama Dio, ama l’uomo; chi è contro l’uomo, è contro Dio».

La Conferenza sull’antisemitismo, concomitante con il Giorno della memoria, diventerà una tradizione anche per le Presidenze OSCE successive. 

(30.01.2018)