Dopo il Card. Leo J. Suenens, sale al Cielo uno dei più convinti assertori della grazia pentecostale del Rinnovamento.
Il Cardinale Ivan Dias, per noi amici della prima ora
semplicemente “padre Ivan”, è salito alla Casa del Padre. Aveva compiuto 81 anni
lo scorso aprile. È stato tra i primi sacerdoti ad accompagnare i gruppi di
Rinnovamento nello Spirito in Italia già alla fine degli anni ’70. Fondatore a
Roma della Comunità carismatica di lingua spagnola “Esperanza”, ha sempre
seguito il nostro cammino e ne è stato un convinto testimone.
Una lunga carriera diplomatica lo aveva portato, dalla Segreteria
di Stato, al ruolo di Nunzio in diversi Paesi dell’Africa, Asia e in Europa
(Albania; dove conoscerà Santa Teresa di Calcutta). Diventerà poi Arcivescovo
di Bombay (in India nel 1996; e qui ritroverà Madre Teresa), elevato alla
dignità di Cardinale nel 2001 da San Giovanni Paolo II. Nel 2006 papa Benedetto
XVI lo chiamerà a Roma a dirigere il più grande Dicastero vaticano, la
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli – Propaganda Fide.
Lo avevamo raggiunto a casa alla vigilia della 40ª Convocazione di
Rimini, prima che si aggravasse, perché si unisse al coro dei testimoni della
prima ora del Rinnovamento, perché registrasse un video messaggio augurale in
occasione del nostro Giubileo. Si era preparato e tutto era pronto; poi le
forze non glielo hanno permesso.
Poliglotta (oltre 18 lingue parlate) era innamorato di
Maria. Amava far cantare a tutti la celebre canzone “Mamma son tanto felice”
all’indirizzo della Madonna, in occasione di tutti i Pellegrinaggi ai quali
partecipava: Memorabile momento fu a Rimini, in occasione della nostra
Convocazione Nazionale del 2012, quando mi chiese di accompagnarlo alla
chitarra mentre lui stesso intonava con gioia e trasporto questa canzone.
Cultore dei carismi, in special modo di quelli di liberazione e di
guarigione, dedicava tanto tempo alla cura delle anime e soprattutto alla
consolazione delle persone afflitte, ammalate, provate dal maligno. Un giorno
mi disse: “Ho chiesto al Papa di sollevarmi dall’incarico, perché possa
dedicarmi completamente alla preghiera di guarigione”. E in un’altra
circostanza: “La ragione per cui nel Rinnovamento ci sono problemi, è perché
preghiamo poco la liberazione dal maligno”.
Uomo di grande rigore morale, di grande simpatia umana, sempre
attento alla vita interiore e spirituale, conduceva una vita semplice, umile e
rifuggiva dalle frequentazioni pubbliche.
Raggiunti i 75 anni, nel 2011, e lasciata la carica di Prefetto
della Congregazione Vaticana, ebbe modo di dedicarsi al Rinnovamento con maggiore
dedizione, nonostante le sue già precarie condizioni di salute. E così sarà
presente a molte Convocazioni anche regionali e diocesane, più volte pronto a
dirigere la preghiera di intercessione per i sofferenti dinanzi al Santissimo
Sacramento, a dettare insegnamenti, a presiedere Celebrazioni Eucaristiche.
Con Lui, dopo il Cardinale Leo J. Suenens, se ne va un altro dei
testimoni delle origini del Rinnovamento nel mondo, un grande assertore del
profilo carismatico della Chiesa, della Cultura della Pentecoste,
dell’effusione dello Spirito.
Ringraziamo il Signore per il dono di questo padre che raggiunge
il Cielo proprio in questi giorni di Giubileo d’Oro, per cantare il suo eterno
Alleluja!
Salvatore Martinez