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Una giornata di amicizia e speranza 
A Modena “L’ALTrA cucina... per un pranzo d’amore”
Pranzo Natale Modena 2016 - Clicca per ingrandire...

Per il secondo anno consecutivo ha avuto luogo nella Casa circondariale Sant’Anna di Modena l’iniziativa “L’ALTrA cucina....per un pranzo d'amore”, organizzata da Prison Fellowship, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS Onlus.

I volontari del RnS dell’Emilia Romagna sono arrivati nell'istituto penitenziario alle 07.00 del mattino per aiutare lo staff dello chef Carmine Giovinazzo in cucina.

Alle 11.00 gli ospiti e gli artisti si sono ritrovati nella sala del teatro: i circa 120 detenuti e detenute  mostravano sguardi inizialmente smarriti ma, al contempo, volti stupiti e sorpresi da tanta accoglienza, tenerezza e “importanza” loro riservata. Dagli atteggiamenti era tangibile, sin dall’arrivo in sala, l’emozione mista a tanta riconoscenza per quanto stava per accadere.

Il cantante Filippo Niviano, in arte Nek, ha accolto i detenuti uno per uno, porgendo a ciascuno un sorriso e una calorosa stretta di mano, un gesto semplice, strumento efficace per creare da subito un clima di amicizia.

L’ambiente gioviale e il clima di festa che ha coinvolto anche gli agenti di Polizia penitenziaria ha consentito a ciascuno di vivere un’esperienza unica, in cui nessuno si è sentito “giudice o giudicato”, ma ciascuno ha condiviso la propria presenza ponendosi al pari di chi gli stava di fianco o di fronte, senza alcun pregiudizio o commiserazione. Sono stati accolti quali uomini e donne vere, dai volti sofferenti e provati da storie di vita dolorose, di errore e di peccato da cui non è impossibile redimersi.

Dal palco Federico Luzietti, membro del Comitato nazionale di servizio per l’area Formativa, dopo aver ringraziato la direttrice e gli operatori che hanno reso possibile l’evento, ha ricordato la contestualità di questo evento con quelli che si stavano svolgendo in altri quattro istituti italiani. Richiamando la Parola del vangelo di Matteo «ero carcerato e siete venuti a trovarmi» (cf 25, 36). Federico ha affermato la presenza di Gesù «in questo luogo» e, rivolgendosi, ai presenti, ha ribadito che «qui c’è Gesù in ognuno di voi».

All’intervento di Federico è seguito quello della direttrice del carcere, Rosa Alba Casella: «Siamo profondamente grati e onorati di ospitare per il secondo anno questa iniziativa. Voglio sinceramente ringraziare Prison Fellowship Italia, il Rinnovamento nello Spirito e la Fondazione Alleanza per l’impegno profuso e per l’attività posta in essere per la realizzazione di questo importante evento, un valido e prezioso strumento per cercare di colmare la frattura che spesso si crea fra il carcere e la società, impedendo un adeguato e opportuno reinserimento della popolazione carceraria nelle varie realtà sociali».

Federico Luzietti ha quindi introdotto i primi ospiti: il Trio d’Italia, composto da tre simpatici comici – Chicco Garbelli, Matteo Montalto e Peppe Coco – un milanese, un romano e un catanese, che con la loro euforia e sketch esilaranti sono riusciti a coinvolgere e rendere partecipi i presenti.

Al loro intervento è seguito quello di Nek, che prima ancora di esibirsi ha cercato di instaurare un dialogo con i detenuti. Ha infatti permesso a Christian, un giovanissimo detenuto di origine campana, di precederlo nel canto: un’esibizione che ha coinvolto e commosso tutti. E prima che Christian scendesse dal palco, Nek ha voluto cantare con lui la famosa canzone napoletana del “soldato innamorato”.

“Laura non c’è”, “Lascia che io Sia”, “Siamo fatti per amare” i brani che Nek ha cantato prima di parlare con Federico Luzietti e i detenuti presenti: un momento semplice e intenso, l’incontro autentico con l’uomo, ogni singolo uomo. L’importanza del rapporto genitori-figli, prendendo spunto dal libro da poco pubblicato da Nek, al centro del suo racconto, in cui ha parlato anche di sua figlia Beatrice. Un argomento che ha dato il via a un confronto sincero, in cui alcuni detenuti hanno manifestato il grande disagio e il senso di “vergogna” nei confronti dei propri figli. Il messaggio di Papa Francesco in occasione del giubileo dei detenuti ha concluso questo momento, prima del pranzo preparato dallo chef Carmine Giovinazzo. Il pranzo è stato servito dai volontari del RnS ai 120 detenuti presenti al pranzo di Natale e alla restante popolazione carceraria, nelle singole celle. Esperienza forte e importante anche quest'ultima, che ha consentito a molti volontari di constatare in prima persona e vedere con i propri occhi la situazione in cui vivono i detenuti. Anche in questa circostanza tutti, a prescindere dalla religione, con sguardo sorpreso e grato hanno ringraziato per l’iniziativa invitando a tornare presto per avere occasione di vedere un volto nuovo, di ricevere un sorriso e una parola di conforto e speranza per una vita rinnovata e riscattata. Pietro Laguardia

 

(29.12.2016)