Per il secondo anno consecutivo ha avuto luogo nella Casa
circondariale Sant’Anna di Modena l’iniziativa “L’ALTrA cucina....per un pranzo
d'amore”, organizzata da Prison Fellowship, Rinnovamento nello Spirito Santo e
Fondazione Alleanza del RnS Onlus.
I volontari del RnS dell’Emilia Romagna sono arrivati
nell'istituto penitenziario alle 07.00 del mattino per aiutare lo staff dello
chef Carmine Giovinazzo in cucina.
Alle 11.00 gli ospiti e gli artisti si sono ritrovati nella
sala del teatro: i circa 120 detenuti e detenute mostravano sguardi inizialmente smarriti ma,
al contempo, volti stupiti e sorpresi da tanta accoglienza, tenerezza e
“importanza” loro riservata. Dagli atteggiamenti era tangibile, sin dall’arrivo
in sala, l’emozione mista a tanta riconoscenza per quanto stava per accadere.
Il cantante Filippo Niviano, in arte Nek, ha accolto i
detenuti uno per uno, porgendo a ciascuno un sorriso e una calorosa stretta di
mano, un gesto semplice, strumento efficace per creare da subito un clima di
amicizia.
L’ambiente gioviale e il clima di festa che ha coinvolto
anche gli agenti di Polizia penitenziaria ha consentito a ciascuno di vivere
un’esperienza unica, in cui nessuno si è sentito “giudice o giudicato”, ma
ciascuno ha condiviso la propria presenza ponendosi al pari di chi gli stava di
fianco o di fronte, senza alcun pregiudizio o commiserazione. Sono stati
accolti quali uomini e donne vere, dai volti sofferenti e provati da storie di
vita dolorose, di errore e di peccato da cui non è impossibile redimersi.
Dal palco Federico Luzietti, membro del Comitato nazionale
di servizio per l’area Formativa, dopo aver ringraziato la direttrice e gli
operatori che hanno reso possibile l’evento, ha ricordato la contestualità di
questo evento con quelli che si stavano svolgendo in altri quattro istituti
italiani. Richiamando la Parola del vangelo di Matteo «ero carcerato e siete
venuti a trovarmi» (cf 25, 36). Federico ha affermato la presenza di Gesù «in
questo luogo» e, rivolgendosi, ai presenti, ha ribadito che «qui c’è Gesù in
ognuno di voi».
All’intervento di Federico è seguito quello della direttrice
del carcere, Rosa Alba Casella: «Siamo profondamente grati e onorati di
ospitare per il secondo anno questa iniziativa. Voglio sinceramente ringraziare
Prison Fellowship Italia, il Rinnovamento nello Spirito e la Fondazione
Alleanza per l’impegno profuso e per l’attività posta in essere per la
realizzazione di questo importante evento, un valido e prezioso strumento per
cercare di colmare la frattura che spesso si crea fra il carcere e la società,
impedendo un adeguato e opportuno reinserimento della popolazione carceraria
nelle varie realtà sociali».
Federico Luzietti ha quindi introdotto i primi ospiti: il
Trio d’Italia, composto da tre simpatici comici – Chicco Garbelli, Matteo
Montalto e Peppe Coco – un milanese, un romano e un catanese, che con la loro
euforia e sketch esilaranti sono riusciti a coinvolgere e rendere partecipi i
presenti.
Al loro intervento è seguito quello di Nek, che prima ancora
di esibirsi ha cercato di instaurare un dialogo con i detenuti. Ha infatti
permesso a Christian, un giovanissimo detenuto di origine campana, di
precederlo nel canto: un’esibizione che ha coinvolto e commosso tutti. E prima
che Christian scendesse dal palco, Nek ha voluto cantare con lui la famosa
canzone napoletana del “soldato innamorato”.
“Laura non c’è”,
“Lascia che io Sia”, “Siamo fatti per amare” i brani che Nek ha cantato prima
di parlare con Federico Luzietti e i detenuti presenti: un momento semplice e
intenso, l’incontro autentico con l’uomo, ogni singolo uomo. L’importanza del
rapporto genitori-figli, prendendo spunto dal libro da poco pubblicato da Nek,
al centro del suo racconto, in cui ha parlato anche di sua figlia Beatrice. Un
argomento che ha dato il via a un confronto sincero, in cui alcuni detenuti
hanno manifestato il grande disagio e il senso di “vergogna” nei confronti dei
propri figli. Il messaggio di Papa Francesco in occasione del giubileo dei
detenuti ha concluso questo momento, prima del pranzo preparato dallo chef
Carmine Giovinazzo. Il pranzo è stato servito dai volontari del RnS ai 120
detenuti presenti al pranzo di Natale e alla restante popolazione carceraria,
nelle singole celle. Esperienza forte e importante anche quest'ultima, che ha consentito
a molti volontari di constatare in prima persona e vedere con i propri occhi la
situazione in cui vivono i detenuti. Anche in questa circostanza tutti, a
prescindere dalla religione, con sguardo sorpreso e grato hanno ringraziato per
l’iniziativa invitando a tornare presto per avere occasione di vedere un volto
nuovo, di ricevere un sorriso e una parola di conforto e speranza per una vita
rinnovata e riscattata. Pietro Laguardia