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Le 7 parole del Natale 
Ritiro di Natale presso la Sede nazionale
Ritiro di Natale presso la Sede nazionale - Clicca per ingrandire...

Quante parole possono aiutarci a comprendere pienamente il senso di questo Natale?

Don Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale del RnS, ne ha suggerite sei più una tenuta "nascosta". 

Sei parole che hanno guidato il Ritiro di Natale, il 23 dicembre scorso, per tutti i dipendenti del RnS. «Il nostro – ha detto don Guido durante la sua catechesi - è un Dio che parla attraverso un Bambino che non parla». La sua è una Parola da decifrare, l’unica Parola che Dio stesso ha voluto trasmettere all’umanità. Tutto quello che viene detto dopo deve considerarsi “commento” o “tradimento”. E per donarci la sua Parola, Dio muove i suoi passi verso di noi, si fa carne per noi scendendo in mezzo a noi. Dunque, il messaggio più alto della sua Parola è proprio questo Bambino.

Don Guido passa così a svelare le sei Parole del Natale, con una settima lasciata al conio di ciascuno dei presenti.

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La prima parola è umiltà: nessuno vuole essere sottomesso, nessuno vuole abbassarsi. Ma Dio stesso si abbassa per gli altri e «sa che essendo amore non ha perso nulla, anzi, ha donato tutto». E ci vuole una grande umiltà anche per ammettere di aver bisogno di Dio e del suo immenso amore.

La seconda parola è umanità: stiamo perdendo la verità sull’uomo. Non si comprende più il senso di una vita che nasce o di una vita che muore. Dio ci svela questa umanità che Egli incarna, fa sua diventando Egli stesso uomo tra gli uomini. L’umanità che stiamo dimenticando, dunque, può essere ritrovata attraverso il confronto con un “modello”, che è Dio fattosi carne. 

La terza parola: prossimità. Tutti desideriamo qualcuno che pensi a noi, qualcuno che ci faccia sentire “importanti”. Dio per primo si fa prossimo, vive accanto, e la sua è la prossimità che ritroviamo nelbuon Samaritano, nell’incontro con idiscepoli di Emmaus, ma anche in molti altri episodi del Vangelo.

Intimità è la quarta parola che non è l’intimità del Natale, quella che viviamo in questi giorni di festa in famiglia. Questa intimità è un dono, «è l’intimità dell’essere una cosa sola con Lui». Questo essere “in Dio” è anche il vertice della vita cristiana e il segreto del nostro battesimo.

Si arriva così alla quinta parola che è gioia, forse la parola più difficile da comprendere e da vivere. «È il dono prezioso che tutti cercano, è l’eco della voce del Figlio che parla con il Padre, ed è il Padre che ama il Figlio, ed è lo Spirito Santo che è gioia che viene comunicata a noi». E, sebbene molti momenti della nostra vita sembrano avvicinarsi alla gioia di Dio, niente è paragonabile alla gioia di essere figli di Dio e di sapere che Egli è contento di noi.

La sesta parola è pace: l’armonia di cui ha bisogno l’uomo e che egli può raggiungere solo attraverso la riconciliazione, dono che Dio fa solo a chi ha davvero la volontà di riconciliarsi con Lui.

La settima parola è la più “misteriosa”, la più importante ed è quella che ci suggerisce Gesù se sapremo ascoltarlo.

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E, dopo un momento di riflessione e di preghiera personale, don  Guido ha invitato ognuno dei presenti a scrivere quella che potrebbe essere la nostra “settima parola” per dare a questo Natale un senso nuovo. Il Consigliere spirituale ha poi invitato i presenti ad attualizzare queste 7 Parole nella vita concreta.

La catechesi di don Guido è stata introdotta da un breve intervento del presidente RnS, Salvatore Martinez, e da un intenso momento di preghiera durante il quale tutti i dipendenti e i membri di CN presenti al ritiro (Amabile Guzzo e Federico Luzietti) hanno invocato lo Spirito Santo affinché preparasse i cuori ad accoglierlo: «Spirito Santo preparaci all’incontro con Gesù – ha detto Martinez -, Spirito Santo preparaci all’ascolto della Parola, a quel “di più” che questo Natale di Gesù viene a chiederci… Vieni Signore, Maranathà, vieni Spirito Santo a preparare un tempo nuovo, un cuore nuovo, una missione nuova, una coscienza ecclesiale nuova». ”Prepara” deve essere allora il verbo che deve guidare questa nostra attesa dell’incontro con Dio. 

Daniela Di Domenico

 

(26.12.2016)