"Da Babele a Pentecoste" è il titolo del
segno di apertura della 40ª Conferenza nazionale animatori del Rinnovamento
nello Spirito. Da Babele a Pentecoste: dal caos alla forma, dal disordine
all'ordine, dall'angoscia alla gioia. Alcuni giovani del Movimento, attraverso le
espressioni artistiche della musica, del canto e della danza, mettono in scena
il passaggio dall'uomo "vecchio" - che nonostante Dio gli proponga la
sua volontà di bene, continua a costruirsi idoli - all'uomo "nuovo",
che ha incontrato Gesù e ha accolto il dono del suo Spirito.
Al centro del palco, una torre semi costruita: la
torre di Babele. Ai due lati della torre due file di "automi", senza
identità personale, vestiti di nero, con delle maschere a coprire il volto. "Lasciate
che i bambini vengano a me" (Lc 18, 16); "Ero forestiero e mi avete
ospitato" (Mt 25, 36b); "Abbiate cura degli orfani e delle vedove
nella loro tribolazione" (cf Gc 1, 27); "Ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare" (Mt 25, 35a). Questi passi tratti dalla parola di Dio e
letti da una voce fuori campo contrastano con le immagini che scorrono sul
video: immagini attuali di bambini sfruttati, migranti rifiutati, donne
abbandonate e anziani soli; immagini di povertà e di droga.
A un tratto un tuono fragoroso segna la venuta di
Gesù e la torre viene fatta cadere. Con essa gli "automi". Sulle parole
del canto Emmanuel, inno della GMG
del 2000, entra in scena un giovane che impersona Gesù, seguito da danzatrici
vestite in oro, e cammina tra le macerie. Le danzatrici raccolgono i mattoni
della torre e con quegli stessi mattoni cominciano a ricostruire. Prima di
uscire di scena, Gesù si avvicina alla croce e stende le braccia. Si effonde lo
Spirito, e una ragazza vestita di rosso volteggia mentre tutto riprende vita e
forza; gli "automi" si rialzano in piedi e gettano via le maschere.
Il sorriso sul volto. Ora ogni elemento del gruppo di attori è armonico e in
comunione, un solo Corpo pronto per la missione. Intanto dal fondo della sala
ha inizio la processione con la Parola di Dio. I giovani artisti, sulle note
del canto, precedono la Parola fino al suo arrivo sul palco, dove viene
intronizzata. E nella gioia inizia la Preghiera comunitaria carismatica.
Lucia
Romiti
(29.10.2016)