«Voi siete un po’ di sale e un po’ di lievito di
gioia e di fede nelle comunità cristiane delle nostre diocesi. La famiglia, che
continua e sarà sempre il primo nucleo, indispensabile della società, voi la
rappresentate, voi la cantate. Testimoniatela con la convinzione e la gioia che
vi contraddistinguono. Noi vescovi vi chiediamo di continuare a essere questo
sorriso, questo canto di gioia nelle nostre comunità». Il cardinale Angelo
Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha accolto con queste
parole, presso il Porto Antico del Capoluogo ligure, gli 8 mila pellegrini del
Rinnovamento nello Spirito giunti a Genova da tutta Italia per il 9̊ Pellegrinaggio
nazionale delle famiglie per la famiglia, promosso dal RnS e dall’Arcidiocesi
di Genova in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la Pastorale familiare
Cei e il Forum delle Associazioni familiari.
“Famiglia ed Eucaristia, sacramenti d’amore per il
mondo”: questo il tema scelto per un Pellegrinaggio che quest’anno si è
trasferito da Pompei a Genova inserendosi nel contesto del XXVI Congresso
Eucaristico nazionale. Lo slogan, lo stesso da nove anni: “La famiglia è viva,
evviva la famiglia!”. Presenti diversi coordinatori regionali RnS (Svizzera,
Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania), tutto
il CNS (Comitato nazionale di servizio) e membri del CN (Consiglio nazionale).
Rosario al collo, cappellino bianco in testa, prima
di imboccare via XX Settembre e attraversare le strade del centro storico
recitando i 7 misteri dello speciale Rosario della famiglia, i pellegrini si sono
radunati alle 13.30 presso viale Enrico Caviglia per un tempo di preghiera e di
testimonianze animato dal Servizio della Musica e del Canto RnS. Moderatore, il
vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni D’Ercole.
A
raccontare la sua storia di dolore e speranza, Patrizia, che nel terremoto del
24 agosto a Pescara del Tronto ha perso il marito, uno dei due figli, i
genitori e il cognato: «La salvezza – ha detto – è solo su quella zattera che
dobbiamo chiamare fraternità». Dopo di lei hanno dato la loro testimonianza Jole
e Gualtiero, appartenenti al movimento dei Focolari, che mettendosi a disposizione
per l’affido familiare hanno cresciuto altri due figli oltre ai tre biologici:
«Ringraziamo il Signore perché ci ha concesso di vivere la grazia
dell’accoglienza della vita».
Infine è stata la volta di Barbara e Daniele, membri
del Rinnovamento, presenti a Genova con la figlia Chiara, che hanno aderito al
progetto Caritas “Un rifugiato a casa mia” e nel luglio di quest’anno hanno
accolto Harouna, originario del Mali, scappato dalla guerra: «Siamo felici –
hanno detto - di poter dire insieme a lui la parola “Amen”, che accomuna le
nostre religioni».
Sul palco sono intervenuti don Paolo Gentili,
direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia Cei e Gigi De
Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari, che ha esortato le
famiglie cristiane a riappropriarsi della partecipazione, a partire dagli
organi delle scuole dei propri figli. E ha ricordato richiamando Papa
Francesco: «Se oggi si parla della famiglia come qualcosa di triste, è anche
perché noi non siamo stati in grado di raccontarla come grande possibilità di
bellezza».
La famiglia costruita sulla roccia, che è Gesù, non
crolla. «Lo vediamo dai terremoti – ha detto don Paolo Gentili -: le case vere,
quelle che resistono, sono le case più elastiche, non quelle rigide. Sono le
case dove c’è il dialogo, e i sacramenti rappresentano il pane quotidiano».
A concludere questo tempo, prima di iniziare la
processione accompagnati dall’effige della Vergine del Rosario di Pompei, il Presidente
RnS, che ha ribadito con forza la potenza della preghiera: «Vince chi sa
pregare, vince chi sa amare. Non saranno le leggi né i provvedimenti economici
a rendere salde le nostre famiglie, ma la preghiera, questa forza interiore,
questa spinta, questa grazia che non ti fa arrendere di fronte al male. Niente
più della preghiera rimedia ai fallimenti della vita. Niente più della
preghiera ci insegna a vivere e regala vita. La preghiera è il collante che
tiene unite tre generazioni: i genitori, i figli, i nonni. Siamo qui – ha
continuato Salvatore Martinez – per dire la verità del sacramento dell’amore
che è l’Eucaristia, per dire che il sacramento della famiglia e il sacramento
del matrimonio sono ostensioni del medesimo amore. Guardando l’Eucaristia noi
vediamo l’offerta del Padre, ed è l’offerta d’amore che le famiglie cristiane
sono chiamate a dare ogni giorno in questo tempo di siccità».
Il Pellegrinaggio, che ha visto il patrocinio del
Pontificio Consiglio per la famiglia, si è concluso con la recitazione di due
Atti di affidamento a Maria: quello delle famiglie e quello dei ragazzi alla
vigilia del nuovo Anno scolastico. Al termine, sono stati liberati in cielo
palloni colorati con all’interno le intenzioni dei bambini.
Lucia
Romiti