Nell'attesa che Piazza San Pietro venisse illuminata
da migliaia di piccole luci - a simboleggiare la gioia e la sacralità della
famiglia cristiana - hanno preso la parola i responsabili di alcuni Movimenti e Associazioni cattoliche.
«Vogliamo pregare insieme per il Sinodo - ha detto Matteo Truffelli, presidente nazionale
dell'Azione cattolica -, vogliamo dire la nostra fiducia e la nostra
gratitudine nei confronti dell'opera di discernimento che i Padri sinodali
saranno chiamati a compiere "cum Petro et
sub Petro"... Siamo qui perché vogliamo dire la bellezza della famiglia, la
sua importanza per il mondo di oggi e per il futuro dell'umanità». Ha poi
evidenziato il valore della famiglia cristiana, capace di moltiplicare la gioia,
di sorridere alla vita, di raccontare la bellezza di una vita trascorsa
insieme... E che sa generare relazioni, creare solidarietà, educare alla responsabilità
e soprattutto mettersi in ascolto di chi è in difficoltà. «Vogliamo farci
compagni di viaggio - ha concluso Truffelli -, per condividere con loro la
ricerca della felicità e farci vicini di casa, per condividere con loro la
gioia che nasce dall'incontro con il Signore».
«Tutto l'amore che Dio ha in sé, tutta la bellezza
che Dio ha in sé, tutta la verità che Dio ha in sé, la consegna alla famiglia.
E una famiglia è veramente famiglia quando è capace di aprire le braccia e
accogliere tutto questo amore... La famiglia ha la carta di cittadinanza divina...
l'ha data Dio perché nella famiglia crescessero sempre più la verità, l'amore e
la bellezza». Con queste parole di Papa Francesco - pronunciate in occasione del
recente Incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia -, Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, si è rivolto alle
famiglie. In un tempo di profonda crisi spirituale e di continui attacchi alla
famiglia, «la famiglia è viva perché ha la "carta di cittadinanza divina"».
«Lo Spirito Santo ci spinge a metterci in cammino; è
Lui il motore interiore che mette in movimento ogni nostro desiderio di bene, i
nostri sogni, le nostre preghiere... Noi
siamo qui perché non abbiamo smesso di credere nella forza trasformante della
preghiera». "Amore e preghiera", dunque, sono state al centro dell'intervento
del presidente Martinez; una preghiera che "allenando il cuore", dona nuova
vita alla famiglia, che riesce «a vincere il male con il bene e che rende
capaci di vedere la storia con gli occhi di Dio...». «La famiglia cristiana
vince, non è vinta, perché la sola cosa che il mondo mai potrà vincere è
proprio l'amore di Dio e l'amore per i fratelli». E ha concluso il suo saluto
ricordando che «non abbiamo "alcun debito all'infuori di una amore vicendevole"
(cf Rm 13, 8).
Presente in Piazza San Pietro anche Maria Voce, presidente del Movimento
dei Focolari, che ha rivolto il suo saluto alle famiglie, ricordando come lo
scorso Sinodo «ha indicato a tutta la Chiesa l'orizzonte della propria missione
nel prendersi cura di tutte le famiglie, soprattutto nelle loro ferite e
debolezze». E proprio nelle prove più difficili, nelle povertà morali e
materiali, dobbiamo saper riconoscere la presenza di Dio che dalla croce ha
voluto guidarci verso un cammino di risurrezione.
Dobbiamo assumere «l'impegno quotidiano di costruire
i legami familiari e rispondere al Comandamento nuovo: "Amatevi gli uni gli
altri come io vi ho amato" (cf Gv 13, 34)». Perdono, ascolto, dialogo sono il
segno evidente della presenza di Dio nelle nostre famiglie. Ma anche
accoglienza, unità e convivenza umana risanata dalla misericordia, attraverso
cui «mostrare all'umanità la tenerezza e la forza dell'amore di Dio».
Don Julián
Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, ha
ribadito le parole di Papa Bergoglio riguardo la famiglia: «la felice conferma
della benedizione di Dio al capolavoro della creazione» e «la Chiesa ha motivo
di rallegrarsi con il Signore per il dono di quel popolo numeroso di famiglie
che, anche nelle prove più dure, onorano le promesse e custodiscono la fede!»
(Philadelphia, 27 settembre 2015).
Poi ha ricordato la ragione di questo incontro:
«Ringraziare Dio che continua a generare famiglie, come documenta la nostra
presenza in Piazza San Pietro, e per domandare che continui a benedire le
nostre famiglie». «Le nostre famiglie - ha continuato don Carrón - potranno
raggiungere la loro pienezza, perdonarsi a vicenda, affrontare tutte le sfide,
aprirsi agli altri, se ospiteranno Gesù nella propria casa».
Ultimo a intervenire è stato Kiko Argüello, iniziatore del Cammino neocatecumenale. Dopo aver
ricordato lo straordinario Incontro di Philadelphia e aver rivolto un pensiero
al beato Paolo VI, autore dell'Enciclica Humanae
vitae, Kiko Argüello ha condiviso con i fedeli l'onorificenza ricevuta
dall'Università Lateranense e dal Pontificio istituto Giovanni Paolo II, per il
suo contributo alla valorizzazione della famiglia: «Il Pontificio istituto
Giovanni Paolo II conferisce a Kiko Argüello il dottorato honoris causa in quanto riconosce una fecondità del tutto speciale
per la piena valorizzazione della famiglia...
L'avvicinare le persone alle acque del battesimo ha permesso che il
fiume di acqua viva che sgorga da Cristo possa ridare vita lungo le sue rive,
rendendo possibile che le famiglie possano ricostruirsi e fiorire, nella
imponente testimonianza della fecondità di Dio Trinità nella grande Chiesa...». E
prima di salutare le famiglie, Argüello ha concluso il suo intervento con un
canto in spagnolo dedicato alla Madonna.
Daniela Di Domenico