Con la visita e la Celebrazione eucaristica del card.
Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, si chiude la X Assemblea
Nazionale e XVII Fraternità dei Comitati regionali di servizio. Tre giorni
intensi, di cui la Santa Messa e la liturgia del giorno hanno rappresentato un
vero e proprio suggello. Il cardinale entra nel cuore dell'assemblea: «In
questi giorni avete scoperto o riscoperto una verità antica e sempre nuova.
L'autentico discepolato è contemporaneamente esperienza di intimità con Cristo
e di invio nel mondo, di contemplazione e di missione, di comunione "verticale"
con il Signore e di comunione "orizzontale" con i fratelli».
A ben guardare, il brano evangelico del giorno porta lo
stesso messaggio al centro delle giornate di Tivoli. La parabola della vite e
dei tralci (cf Gv 15, 1-8) evidenzia la peculiare concezione della comunità dei
discepoli che si fa «indispensabile vademecum di ogni Movimento suscitato dallo
Spirito». Se i credenti sono i tralci e Gesù la vite, i responsabili del Rinnovamento
nello Spirito Santo "devono" rimanere in Gesù. «Non staccatevi mai da Lui!
Cercate l'unione con Lui al di sopra di ogni altra cosa! Sì, al di sopra di
Lui, perché Lui è la guida, Lui il Signore!» ha incitato il Segretario del
Sinodo, ricordando inoltre le parole del Papa allo Stadio Olimpico sulla
signoria di Cristo e sulla forza dell'annuncio del kerygma. Il Cardinale invita
ad essere "collaboratori della gioia" come ricorda l'apostolo Paolo (cf 2 Cor
1,24), collaboratori di Cristo, primo evangelizzatore. È appunto l'esortazione
apostolica Evangelii Gaudium, il "programma di gioia" di Papa Francesco,
a dover guidare i nostri passi. Prima di lui, solo il beato Paolo VI aveva
dedicato un'esortazione al tema della gioia con Gaudete in Domino, ha ricordato
Baldisseri.
Nella parabola non ci sono solo la vite e i tralci, Gesù e
i discepoli, ma anche il Padre nelle vesti del vignaiolo. A Lui spetta il ruolo
del potatore: «La potatura è un'attività delicata che esige grande conpetenza.
Solo Dio sa cosa va potato nella nostra vita di singoli, di gruppi e di Chiesa.
Solo Egli sa cosa va tagliato e gettato nel fuoco per esserne purificati. La
potatura è per noi, per aiutarci a portare tutto il frutto di cui siamo
capaci». L'invito che rivolge ai responsabili
del RnS è a liberarsi da tutto ciò che impedisce di recare una testimonianza
gioiosa e credibile.
Rimanendo attaccati al "tronco" di Gesù e alla sua Chiesa,
"rimanendo in Gesù", sarà possibile andare e predicare. «L'unità con il Signore
Gesù è elemento irrinunciabile per la Chiesa: san Paolo si reca a Gerusalemme
per unirsi ai discepoli, non è un "battitore libero" o un "esaltato" . Supera
la diffidenza degli apostoli e viene accolto. Da quel momento "poté stare con
loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del
Signore" (At 9,28)». È un binomio inscindibile quello del "rimanere" e "andare".
Il Cardinale ha invitato il Rinnovamento nello Spirito a
sentirsi unito ai Pastori della Chiesa, concludendo l'omelia con le parole che
san Giovanni Paolo II rivolse al Movimento nel 2002: «Nel nostro tempo, avido
di speranza, fate conoscere ed amare lo Spirito Santo. Aiuterete allora a far
sì che prenda forma quella "cultura della Pentecoste", che sola può fecondare
la civiltà dell'amore e della convivenza tra i popoli. Con fervente insistenza,
non stancatevi di invocare "Vieni, o Santo Spirito! Vieni! Vieni!"» (Udienza
privata al RnS, 10 marzo 2002).
Al termine della Celebrazione eucaristica il Presidente
Martinez ha ringraziato il Cardinale per «essere stato come un Padre spirituale
con la sua presenza in mezzo a noi». Rievocando la Pentecoste del 1975 vissuta
dal Rinnovamento Carismatico Cattolico a Roma con Paolo VI, ha espresso la
volontà che il RnS continui ad essere un "segno di gioia nel mondo". In modo
particolare, ha voluto ribadire al Segretario del Sinodo dei Vescovi l'impegno
che il Movimento dedica al tema della famiglia da sempre e che oggi diviene
missione prioritaria attraverso la Fondazione Vaticana Centro Internazionale
Famiglia di Nazareth affidata al RnS con la collaborazione del Pontificio
Consiglio per la Famiglia.
Martina D'Onofrio