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La forza dirompente della Parola 
Omelia di Don Guido Pietrogrande
X Assemblea nazionale, 1-3 maggio 2015 - Clicca per ingrandire...

«Iniziamo la Messa con un atto di ringraziamento, perché Dio cammini con noi e ci apra gli occhi»: le parole di don Guido Pietrogrande, che ha presieduto la Concelebrazione eucaristica della seconda giornata di Assemblea nazionale, fanno da ponte tra la mistagogia vissuta in precedenza e il tempo liturgico, tempo dell'offerta, tempo della Parola spezzata e del Pane condiviso. «Che non vada perduta neppure una briciola di questa Parola! Arrivi e rimbalzi agli altri, a chi è lontano». Nella Prima Lettura (cf At 13, 44-52), san Paolo parla ai "pagani", desiderosi di accogliere la Parola più di quanto lo fossero i giudei, popolo eletto. «"La Parola ha una forza dirompente", diceva il beato Paolo VI. Scardina gli schemi e le tradizioni degli uomini, informa il popolo, cioè gli dà forma, perché acquisti "il Volto" del Vangelo (cf Gv 14, 7-14)». La forza della Parola "spacca", «non viene a blandire ma a scardinare anche le serrature più arrugginite». Ma c'è anche chi non la ascolta, chi la rifiuta, chi decide di non crescere attraverso il non ascolto: «Chi rifiuta le parole di Paolo e Barnaba? Coloro i quali detengono il potere e le persone "pie" di alto rango (cf At 13, 45.50), in preda a devozioni fini a se stesse, che non portano frutto, che prosciugano la forza della carismaticità che il Signore suscita nei cuori. Come diceva il padre Tomaso Beck, tra gli iniziatori del RnS in Italia, "se nella comunità l'ultimo fratello che non parla mai, apre la bocca e dice amen, tremerà la terra"».

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La fede si diffonde attraverso la Parola che si fa testimonianza di vita fino alle persecuzioni, che sono prova della veridicità dell'annuncio. Ma non bisogna fermarsi alla contemplazione del passato: «Il Signore è Parola di futuro affinché il suo messaggio corra» ha sottolineato don Guido, ricordando il tema della Conferenza nazionale del 2011: "Pregate perché la Parola del Signore corra" (cf 2 Ts 3, 1). «Dove è arrivata la Parola? L'unico capolinea della Parola è la conversione dei cuori! Cresca in noi, allora, il desiderio immenso di vedere il volto del Padre». Un desiderio, quest'ultimo, che è personale e comunitario: «I gruppi devono cercare e trovare il volto del Padre, devono avere sempre più consapevolezza di esser comunità riunita nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

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La Liturgia del giorno (cf At 13, 44-52; Sal 97; Gv 14, 7-14) ricorda la memoria di sant'Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa, che ha sofferto persecuzioni ed esili per la proclamazione della divinità di Cristo. «La verità "scomoda".Bisogna lasciare sempre qualcosa per strada per trovare Dio. La verità ci deve scuotere dal torpore in cui possono trovare spazio e serpeggiare le tante "cose buone" che sanno di eresia. "Se rimanete nella mia Parola, siete davvero miei discepoli e conoscerete la Verità". La Verità ci farà liberi, conosceremo il Padre e vedremo il suo volto».

Prima della benedizione finale, don Guido, gli altri membri di Comitato nazionale di servizio e l'intera assemblea hanno pregato per don Vincenzo Apicelli, membro di CN per l'ambito Sacerdoti e liturgista del Rinnovamento, rendendo lode al Signore per il dono del suo sacerdozio, giunto al venticinquesimo anniversario.

Elsa De Simone

(03.05.2015)