Nella prima giornata della X Assemblea nazionale, in
coincidenza con la Festa dei lavoratori, il card. Peter Turkson, presidente del
Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ha presieduto la Santa
Messa.
«Avrei voluto essere con voi allo Stadio Olimpico di
Roma per ballare un po' di salsa con il Santo Padre!». Con questa battuta
scherzosa, il card. Turkson ha rubato un sorriso all'assemblea, ed ha poi
espresso la sua gratitudine per l'invito a celebrare la liturgia nel giorno di
apertura dell'Assemblea.
La sua omelia inizia con un breve riferimento
storico riguardo alla Festa dei lavoratori: «Fu Pio XII a invitare il mondo,
soprattutto quello cristiano, a celebrare, il 1° maggio come festa di san
Giuseppe lavoratore, quindi di tutti i lavoratori, accompagnando sempre questa
festività con un pensiero del Vangelo».
L'origine dell'operosità umana voluta da Dio trova
conferma nelle parole della Genesi: dopo averlo creato e introdotto nel
giardino dell'Eden, Dio chiese all'uomo di "coltivare" e "custodire" la terra
(cf Gen 2, 4b-15). Tralasciando l'importanza del verbo "custodire la terra"
(che richiama il delicato tema dell'ecologia ambientale, di cui lo stesso Papa
Francesco tratterà in una Enciclica attualmente in preparazione), il Cardinale
si è soffermato sul compito del "coltivare la terra", ovvero del trasformare un
dono di Dio in qualcosa che possa rispondere ai bisogni della vita umana.
Nella sinagoga, mentre Gesù predica la parola di
Dio, Egli viene descritto come il "figlio del carpentiere", quindi come il
figlio di un lavoratore, Giuseppe appunto. I carpentieri, come i falegnami, con
il loro lavoro trasformano il legno o il ferro in un oggetto utile all'uomo.
Dunque, attraverso il lavoro, afferma il card. Turkson, l'uomo completa l'opera
creativa di Dio.
«La "trasformazione" di tutte le cose in altre utili
all'uomo è lo scopo del lavoro - continua il Cardinale - e così facendo l'uomo
lavoratore diventa un "cooperatore di Dio"».
Pensare al lavoro in questi termini significa
concepirlo come una risposta alla chiamata di Dio e imprimere ad esso un senso
molto speciale. Anche la Chiesa, soprattutto negli ultimi tempi, ha cambiato
profondamente il modo di vedere le imprese. Il lavoro può aiutare a sviluppare
e condividere i talenti, la creatività, la personalità e le intuizioni di
ciascuno. In tal senso, l'assenza di lavoro non deve essere vista solamente
come la mancanza di un salario, ma come l'impossibilità di esprimere se stessi.
Benedetto XVI, nell'Enciclica Caritas in veritate, afferma che quando il lavoro
dell'uomo è ispirato dalla gratuità, esso anticipa il regno di Dio sulla terra.
In questo modo, Benedetto XVI introduce una nuova logica: quella della
gratuità, in contrapposizione a quella del guadagno. Così, il Cardinale invita
i lavoratori e gli imprenditori a includere la fede nel loro lavoro e
all'interno delle loro imprese. Un cristiano non può dividere il lavoro dalla
sua fede.
Il saluto
del Presidente RnS al card. Peter Turkson
Prima del termine dell'omelia, Salvatore Martinez ha
rivolto parole di stima e affetto al Presidente del Pontificio Consiglio della
giustizia e della pace, ricordando il loro ultimo incontro nel 2005, quando il
card. Turkson non era ancora il Presidente del dicastero Giustizia e Pace ed
ebbero modo di incontrarsi durante il convegno sulla Cultura di pentecoste.
«Le cose che lei ci ha detto questa sera - ha
continuato Salvatore Martinez - hanno un grande valore: nel 2002 san Giovanni
Paolo II ci ha assegnato la missione di diffondere la Cultura della Pentecoste.
Paolo VI ci parlava della civiltà dell'amore e san Giovanni Paolo II ci ha
insegnato che essa si realizzerà solo se l'effusione dello Spirito si vedrà
nelle realtà sociali, cioè se gli uomini spirituali saranno capaci di fecondare
la storia e il sociale, proprio a partire da una giustizia e da un'economia
carismatica.... E questa è la sfida che da alcuni anni abbiamo cercato di portare
avanti nel RnS».
Ha poi ricordato il passo della chiamata dei Dodici,
di cui ha parlato nella sua relazione introduttiva: anche i nuovi responsabili
presenti all'Assemblea sono stati convocati dal Signore per rispondere alla sua
chiamata come laici. «In questi anni abbiamo cercato di mostrare fede nello
Spirito attraverso gesti concreti di accoglienza, di solidarietà umana e di
giustizia intesa come restituzione della dignità umana... Siamo qui - ha
proseguito - all'inizio di questo nuovo mandato, per ribadire l'importanza
della nuova evangelizzazione. Del resto, Papa Francesco ci dice che gli
evangelizzatori con Spirito, sono quelli che pregano e che lavorano e lei
questa sera, ci ha fatto capire l'importanza del lavoro». È importante, dunque,
che il "sì" di tutti i responsabili continui a farsi sentire e vedere nella
storia.
«Vorrei concludere - ha detto Martinez - con le
parole del Salmo 85. Dice il Signore: "Giustizia e pace si baceranno. La verità
germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo" (cf 85, 11).
Quanto bisogno c'è di fare verità come ha fatto lei questa sera, come farà Papa
Francesco con questa Enciclica, per contrastare questo ateismo, questa
apostasia pratica che oggi viene affermata dalla scienza, dalla tecnologia, che
si realizza quando gli uomini non hanno
l'umiltà di riconoscere che Dio è
creatore di tutte le cose. Bisogna, dunque, pregare che questa giustizia si
affacci dal Cielo».
Infine, il presidente Martinez ha invitato l'assemblea a invocare lo Spirito
Santo sul card. Turkson.
Conclusione
della giornata
La prima giornata si è conclusa con un dopocena di
fraternità, durante il quale sono stati presentati tutti i nuovi eletti.
Inoltre, è stato proiettato un video inedito, proveniente dall'Argentina,
donato al Presidente dal Rinnovamento carismatico argentino, che riporta parole
e immagini di alcuni degli incontri dell'allora card. Bergoglio con il
Rinnovamento, di cui venne nominato assistente spirituale.
Daniela Di Domenico