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Festa dei lavoratori 
Celebrazione eucaristica del card. Peter Turkson
X Assemblea nazionale, 1-3 maggio 2015 - Clicca per ingrandire...

Nella prima giornata della X Assemblea nazionale, in coincidenza con la Festa dei lavoratori, il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ha presieduto la Santa Messa.

«Avrei voluto essere con voi allo Stadio Olimpico di Roma per ballare un po' di salsa con il Santo Padre!». Con questa battuta scherzosa, il card. Turkson ha rubato un sorriso all'assemblea, ed ha poi espresso la sua gratitudine per l'invito a celebrare la liturgia nel giorno di apertura dell'Assemblea.

La sua omelia inizia con un breve riferimento storico riguardo alla Festa dei lavoratori: «Fu Pio XII a invitare il mondo, soprattutto quello cristiano, a celebrare, il 1° maggio come festa di san Giuseppe lavoratore, quindi di tutti i lavoratori, accompagnando sempre questa festività con un pensiero del Vangelo».

L'origine dell'operosità umana voluta da Dio trova conferma nelle parole della Genesi: dopo averlo creato e introdotto nel giardino dell'Eden, Dio chiese all'uomo di "coltivare" e "custodire" la terra (cf Gen 2, 4b-15). Tralasciando l'importanza del verbo "custodire la terra" (che richiama il delicato tema dell'ecologia ambientale, di cui lo stesso Papa Francesco tratterà in una Enciclica attualmente in preparazione), il Cardinale si è soffermato sul compito del "coltivare la terra", ovvero del trasformare un dono di Dio in qualcosa che possa rispondere ai bisogni della vita umana.

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Nella sinagoga, mentre Gesù predica la parola di Dio, Egli viene descritto come il "figlio del carpentiere", quindi come il figlio di un lavoratore, Giuseppe appunto. I carpentieri, come i falegnami, con il loro lavoro trasformano il legno o il ferro in un oggetto utile all'uomo. Dunque, attraverso il lavoro, afferma il card. Turkson, l'uomo completa l'opera creativa di Dio.

«La "trasformazione" di tutte le cose in altre utili all'uomo è lo scopo del lavoro - continua il Cardinale - e così facendo l'uomo lavoratore diventa un "cooperatore di Dio"».

Pensare al lavoro in questi termini significa concepirlo come una risposta alla chiamata di Dio e imprimere ad esso un senso molto speciale. Anche la Chiesa, soprattutto negli ultimi tempi, ha cambiato profondamente il modo di vedere le imprese. Il lavoro può aiutare a sviluppare e condividere i talenti, la creatività, la personalità e le intuizioni di ciascuno. In tal senso, l'assenza di lavoro non deve essere vista solamente come la mancanza di un salario, ma come l'impossibilità di esprimere se stessi.

Benedetto XVI, nell'Enciclica Caritas in veritate, afferma che quando il lavoro dell'uomo è ispirato dalla gratuità, esso anticipa il regno di Dio sulla terra. In questo modo, Benedetto XVI introduce una nuova logica: quella della gratuità, in contrapposizione a quella del guadagno. Così, il Cardinale invita i lavoratori e gli imprenditori a includere la fede nel loro lavoro e all'interno delle loro imprese. Un cristiano non può dividere il lavoro dalla sua fede.

Il saluto del Presidente RnS al card. Peter Turkson

Prima del termine dell'omelia, Salvatore Martinez ha rivolto parole di stima e affetto al Presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, ricordando il loro ultimo incontro nel 2005, quando il card. Turkson non era ancora il Presidente del dicastero Giustizia e Pace ed ebbero modo di incontrarsi durante il convegno sulla Cultura di pentecoste.

«Le cose che lei ci ha detto questa sera - ha continuato Salvatore Martinez - hanno un grande valore: nel 2002 san Giovanni Paolo II ci ha assegnato la missione di diffondere la Cultura della Pentecoste. Paolo VI ci parlava della civiltà dell'amore e san Giovanni Paolo II ci ha insegnato che essa si realizzerà solo se l'effusione dello Spirito si vedrà nelle realtà sociali, cioè se gli uomini spirituali saranno capaci di fecondare la storia e il sociale, proprio a partire da una giustizia e da un'economia carismatica.... E questa è la sfida che da alcuni anni abbiamo cercato di portare avanti nel RnS».

Ha poi ricordato il passo della chiamata dei Dodici, di cui ha parlato nella sua relazione introduttiva: anche i nuovi responsabili presenti all'Assemblea sono stati convocati dal Signore per rispondere alla sua chiamata come laici. «In questi anni abbiamo cercato di mostrare fede nello Spirito attraverso gesti concreti di accoglienza, di solidarietà umana e di giustizia intesa come restituzione della dignità umana... Siamo qui - ha proseguito - all'inizio di questo nuovo mandato, per ribadire l'importanza della nuova evangelizzazione. Del resto, Papa Francesco ci dice che gli evangelizzatori con Spirito, sono quelli che pregano e che lavorano e lei questa sera, ci ha fatto capire l'importanza del lavoro». È importante, dunque, che il "sì" di tutti i responsabili continui a farsi sentire e vedere nella storia.

«Vorrei concludere - ha detto Martinez - con le parole del Salmo 85. Dice il Signore: "Giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo" (cf 85, 11). Quanto bisogno c'è di fare verità come ha fatto lei questa sera, come farà Papa Francesco con questa Enciclica, per contrastare questo ateismo, questa apostasia pratica che oggi viene affermata dalla scienza, dalla tecnologia, che si realizza  quando gli uomini non hanno l'umiltà di riconoscere  che Dio è creatore di tutte le cose. Bisogna, dunque, pregare che questa giustizia si affacci dal Cielo».

Infine, il presidente Martinez  ha invitato l'assemblea a invocare lo Spirito Santo sul card. Turkson.

Conclusione della giornata

La prima giornata si è conclusa con un dopocena di fraternità, durante il quale sono stati presentati tutti i nuovi eletti. Inoltre, è stato proiettato un video inedito, proveniente dall'Argentina, donato al Presidente dal Rinnovamento carismatico argentino, che riporta parole e immagini di alcuni degli incontri dell'allora card. Bergoglio con il Rinnovamento, di cui venne nominato assistente spirituale. 

Daniela Di Domenico 

(02.05.2015)