Si è conclusa ieri la seconda giornata di festa in Piazza San Pietro che ha visto decine di migliaia di famiglie, provenienti da oltre 75 Paesi del mondo, radunate per gridare a tutti: “Famiglia, vivi la gioia della fede”, tema della Giornata della Famiglia in occasione dell’Anno della fede.
Ovunque, nella grande Piazza, nonni, figli e genitori uniti ai propri cari per ricordare che la famiglia è viva e che ama la Chiesa di Cristo. E in questo clima di festa e di rinnovata gioia, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa evidenziando due modi di pregare: quello falso del fariseo, e quello autentico del pubblicano, che prega in modo umile, consapevole della propria miseria. Egli, sottolinea Bergoglio, «si riconosce bisognoso del perdono di Dio. Quella del pubblicano – continua Francesco – è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che “arriva fino alle nubi”» (Sir 35, 20). Dunque, la famiglia deve diventare il luogo della preghiera, della preghiera pronunciata con il cuore e quindi di quella forza capace di generare vita per la famiglia stessa.
A partire dalla Seconda Lettura, Papa Francesco suggerisce un altro spunto di riflessione: «La famiglia custodisce la fede». Come l’apostolo Paolo, anche la famiglia deve saper “conservare la fede”, cioè “annunciarla”, irradiarla e diffonderla tra chi non ha ancora incontrato Dio. Dunque le famiglie sappiano essere missionarie, nella vita di ogni giorno, «mettendo tutto il sale e il lievito della fede».
Infine, il Santo Padre si è soffermato su un’ultima immagine: «La famiglia che vive la gioia… La gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale… La gioia vera viene da un’armonia profonda dalle persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento c’è la presenza di Dio nelle famiglie». Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, ha aggiunto il Santo Padre. Prima della benedizione apostolica, mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha rivolto il suo saluto al Pontefice. «Questa Celebrazione – ha detto mons. Paglia – porta come a compimento questi due giorni di pellegrinaggio. I nostri cuori, i cuori delle famiglie presenti e di quelle del mondo che si sono unite a noi, come è avvenuto per i discepoli di Emmaus, si sono scaldati e i nostri occhi si sono aperti. Abbiamo riconosciuto il Signore che ha vinto la morte e risorgendo ci ha dato questa straordinaria famiglia che è la Chiesa».
All’Angelus, il Papa ha affidato le famiglie di tutto il mondo a Maria. «Invochiamo la protezione materna di Maria, nostra Madre, - ha pregato Papa Francesco - per le famiglie del mondo intero, in modo particolare per quelle che vivono situazioni di maggiore difficoltà».
Al termine della Celebrazione, il Pontefice ha voluto salutare, come di consueto, le famiglie presenti attraversando l’intera Piazza con la sua Papamobile.
Daniela Di Domenico