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La missione del RnS è questione di amore 
Relazione conclusiva del Presidente Salvatore Martinez
Salvatore Martinez - 36a Convocazione Nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

A Rimini i 15.000 partecipanti alla 36ª Convocazione nazionale del Rinnovamento, celebrano l'ultimo giorno insieme, tradizionalmente dedicato alle conclusioni del Presidente Salvatore Martinez, che interviene dopo un forte momento di preghiera carismatica e le consegne progettuali proposte da Marcella Reni. Il Presidente esordisce innanzitutto con un grazie, rivolto a tutti i presenti e a quanti hanno reso possibile la realizzazione di questi giorni di grazia. E rivolge poi all'assemblea la richiesta di una preghiera fervente per il Paese e per il nuovo Governo, ricordando che nel 2009, proprio a Rimini, gli attuali premier e vice premier parteciparono a un intenso momento di preghiera, stringendosi le mani in un impegno di fraternità. La prima tappa della sua riflessione è una domanda: "Cosa facciamo di tanta grazia, di tante consolazioni, di tanti moniti che la Parola ci ha rivolto in questi giorni?". Una Parola "tagliente" che penetra fino al punto di divisione dell'anima, una Parola efficace, che deve realizzare ciò per cui è stata mandata. C'è differenza tra l'atteggiamento forse anche disimpegnato del raccogliere la Parola, e quello invece dell'accogliere, che ci compromette per sempre. Si accoglie solo per amore, è questo il discrimine della relazione del Presidente del RnS: solo con l'amore si può rispondere alla sfida della nuova evangelizzazione. Papa Francesco - ha ricordato Martinez - ci sprona a «raggiungere le periferie, ma se c'è una periferia c'è un centro e quel centro siamo noi stessi». Soltanto abbandonando questo centro, spinti dall'amore, potremo gettare le reti nel "vasto mare del mondo" e raggiungere uomini e donne che vivono come se Dio non esistesse. Il ghetto non rafforza l'identità cristiana. Essa si consolida, si legittima, si moltiplica solo nell'Annuncio. Il silenzio, l'isolamento, porta gli uomini a chiedersi se Dio esista davvero. Ma Dio con il Vangelo, ha rotto una volta per tutte il silenzio, questo è il Vangelo, Dio che entra nella storia. Egli è già, è nella storia, ci «precede, per questo noi possiamo procedere».Salvatore+Martinez+-+36a+Convocazione+Nazionale+RnS Osserva Martinez: «Seguire Cristo, accompagnarlo nella storia richiede un uscire, non solo da se stessi ma anche dagli schemi, dagli orizzonti della creatività della novità di Dio... Spesso preferiamo fermarci alla tomba, sostare nel passato, abbiamo paura delle sorprese di Dio». Il Presidente del RnS riassume la sfida della nuova evangelizzazione, come atto d'amore, in cinque punti: amore alla persona di Gesù, amore al Vangelo di Gesù, amore alla Chiesa di Gesù, amore ai fratelli di Gesù, amore ai bisognosi di Gesù. E se questo è ciò che spinge, che dà impulso alla nostra carità verso il Vangelo, ci sono poi almeno cinque caratteristiche che dobbiamo assicurare alla nostra evangelizzazione: che sia cristocentrica, kerigmatica, profetica, carismatica, liturgica, sociale. Dunque, una evangelizzazione che è intessuta di amore e di vita, per la quale Dio chiede al Rinnovamento nuovi gruppi e comunità, nuova vita comunitaria, nuova unzione carismatica, nuova libertà nello Spirito, senza gelosie, senza religiosità miopi, senza comunità chiuse nei propri idoli. Citando il Magistero della Chiesa e le recenti conclusioni dei padri sinodali sulla Nuova Evangelizzazione, Salvatore Martinez, richiama, concludendo tre ambiti essenziali della e per la nuova evangelizzazione: i giovani, i cui entusiasmi vanno alimentati ma illuminati; le famiglie, cui va rinnovato il compito della trasmissione della fede, i sacerdoti che devono riscoprire la potenza della loro unzione sacerdotale. Infine, un ultimo avvertimento a non lasciare assopire la coscienza sociale, la necessità di una rifondazione umana, in tutti i campi del vivere e dell'agire. Povertà, giustizia sociale, educazione, lavoro, immigrazione, detenuti, politica, cultura, scienza, tecnica... E, sul finire, si lascia il posto alla preghiera e al canto, in un rinnovato impegno reciproco di gruppi, comunità e responsabili, ad amarsi e ad amare.

Luciana Leone

(28.04.2013)